Un tempo la mafia pensava che la donna servisse per fare i figli, per creare la famiglia ma non doveva sapere niente perché non ci si fidava di lei, per la sua emotività poteva essere portata a tradire.
Adesso la mafia è cambiata, le donne che ne fanno parte non hanno più paura di apparire e sono spietate come gli uomini.
Nel1998, Giusy Vitale viene arrestata per il reato di associazione mafiosa. È la prima donna boss a entrare in carcere. Quando gli uomini della famiglia vengono arrestati, sono soprattutto loro che gestiscono gli affari, portano avanti le imprese e permettono a chi è in carcere di continuare a comunicare con l’esterno.
Ci sono donne che però hanno detto di no alla mafia.
Ho scelto un video che parla di una ragazza: Rita Atria, figlia di mafiosi. Stravolta dall’uccisione del padre e del fratello in una faida mafiosa, in cerca di vendetta va dai carabinieri e inizia a raccontare quello che sa. Borsellino la prende sotto la sua ala e la ragazza entra in un programma di protezione. Borsellino la aiuta moltissimo e quando muore, lei si suicida.
Significativa è la sua frase: «Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci».