Questo video parla di Giuseppe Di Matteo. Lui era un normale ragazzo di 12 anni e non si sarebbe mai aspettato quello che gli è successo. Il padre di Giuseppe stava collaborando con la polizia per la giustizia e perciò aveva numerosi nemici: uno di questi rapì il ragazzino e lo rinchiuse in un bunker per ben due anni. Nel video un giornalista ci illustra proprio il luogo dove ha vissuto il piccolo Giuseppe, portato lì da Giovanni Brusca, e lo paragona ad Auschwitz, perché di base le crudeltà da lui subite sono simili ai campi di sterminio. Infatti l’11 gennaio 1996 Giuseppe Di Matteo viene sciolto nell’acido. Lì viveva una vita straziante: di giorno era giù nel bunker e di notte lo portavano su per dormire tramite un montacarichi e, per evitare di far rumore, misero della paglia per attutire la caduta. Nella seconda parte del video vengono intervistate diverse persone alle cui viene chiesto cosa pensano di questa faccenda. Tutte pensano a ciò che ha dovuto provare Giuseppe in un luogo come a quello: rabbia, dolore e disperazione.
Trovo questo video molto interessante perché ad essere vittima della mafia è stato proprio un bambino della mia età che aveva amici, andava a scuola e viveva la sua vita tranquillamente proprio come me.
Ho pensato al sotto tema “Sottovalutiamo le mafie?” perché sebbene noi conviviamo con esse, non ci rendiamo conto che sono cosi “potenti” da essere capaci di uccidere un bambino innocente.
Le parole chiavi che ho usato sono “acido, mafie, crimine” e digitandole su youtube come primo contenuto mi è uscito il video di Giuseppe perciò è stato molto facile trovarlo.
Secondo me è utile vedere questo video perché fa capire a chi lo vede che le mafie portano solo dolore e sofferenze e lo consiglio ai ragazzini delle scuole medie per far rendere conto loro di essere prudenti perché non sappiamo di chi realmente possiamo fidarci. Vorrei approfondire come il padre di Giuseppe aiutasse la polizia e capire cosa l’ha spinto a farlo.