Tra i vari sotto temi che rispondevano alla domanda “Le mafie rispettano un codice d’onore?” ho scelto “Vittime, storie di famiglia”.

Mi incuriosisce sapere le storie delle vittime di mafia e soprattutto i pensieri dei loro familiari.

Il video da me scelto è l’intervista ad una donna, la figlia di Vincenzo Grasso (una delle numerose vittime innocenti della mafia).

Inizialmente lei racconta della vita del padre. In particolare, dice che lui era un uomo molto semplice. Andava a lavorare ogni giorno per mantenere una famiglia. Il suo lavoro era vendere ricambi di auto usati e nuovi. Da poco si era appassionato al mare e quindi pescava per hobby.

La figlia dopo mette in evidenza un particolare importante: in quel tempo era una cosa normale chiedere dei soldi per essere protetti e non essere sparati e uccisi. Io penso che vivere è un diritto un umano e non deve essere sottratto a nessuno.

La figlia continua ricordando due pensieri del padre: per essere felici bastavano due cose, rispettare le leggi e impegnarsi nel fare il proprio lavoro. Io condivido il pensiero di suo padre perché per vivere bene bisogna rispettare il prossimo e impegnarsi a fondo in quello che si fa.

Vincenzo Grasso fu sparato con due colpi di pistola mentre rincasava. Aveva cinquantuno anni.

La figlia ricorda che lei e la sua famiglia sono andate avanti con determinazione e impegno immutato seguendo l’esempio del padre che non si abbatteva e arrendeva mai alle difficoltà. Penso che questo sia un atteggiamento di enorme forza contro le varie mafie. Io condivido questa scelta anche se penso che non sarà stato molto facile attuarla.

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