Cercando su internet le parole “mafia”, “onore” e “bambini”, il caso più noto che ho trovato è quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, rapito, strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio del 1996, dopo 779 giorni di prigionia, a Palermo, sotto ordine di Giovanni Brusca. Questo episodio ci fa capire che i mafiosi di codici ne hanno sempre avuto uno ed uno soltanto: quello di accumulare denaro e potere a discapito di tutti gli altri.
Quello di non toccare donne, bambini e persone innocenti è sempre stata una favola.