Questa storia è un esempio di come la mafia non rispetti un codice d’onore, anche se per lungo tempo anche le rivelazioni dei pentiti agli inquirenti durante gli interrogatori ci hanno convinto del contrario, poiché dichiaravano che la mafia non uccide donne e bambini. Tuttavia l’evidenza di quello che accade smentisce quanto detto, come questa storia in cui viene ucciso un bambino di undici anni: Claudio Domino.
Suo padre Antonio racconta che suo figlio è stato ucciso, freddato con un colpo di pistola in mezzo agli occhi, come è stato riferito da un amico che con lui giocava per strada in quel 7 ottobre del 1986.
Dalla testimonianza della madre è frustrante ascoltare che 125 bambini siano stati uccisi in tutta Italia per mano della mafia, di cui solo 109 hanno avuto il riconoscimento dello Stato (minuto 3:20).
I genitori di Claudio aspettano da 36 anni e mezzo giustizia per il figlio.
Da questo video possiamo cogliere l’emozione per la perdita e il dolore profondo di due genitori che non si arrendono, continuano a battersi per avere giustizia per la morte dovuta a un regolamento di conti tra famiglie mafiose in cui loro figlio è rimasto vittima. Probabilmente nella loro testa rimbombava quel “Claudio vieni qua”, la frase con cui l’esecutore ha chiamato il bambino per catturare la sua attenzione e porre fine alla sua esistenza.
Molto probabilmente il ragazzino è stato ucciso perché aveva visto qualcosa di troppo dato che su quella strada si spacciava.
Ammirevole il modo in cui i signori Domino abbiano affrontato il loro dolore, raccontando e testimoniando in tutte le scuole d’Italia le storie di questi bambini vittime di mafia, perché come dice la signora Graziella Accetta: “ogni ragazzo deve essere libero di dire di essere orgogliosamente siciliano”.