Questo video parla di Sebastiano Jano Ferrara, il “boss buono”, così chiamato perché è sempre stato dalla parte del popolo.
Il quartiere dove ha trascorso tutta la vita è il Cep di Contessa Messina.
Una mattina circa un migliaio di abitanti del quartiere si sono radunati davanti al tribunale per esprimere solidarietà a Sebastiano, “non è che riconosciamo Ferrara al di sopra dello Stato, in pratica la sua politica è quello di aver aiutato la gente a capire qual è il male di questa nostra società di oggi, la droga” detto da un cittadino di Cep; i cittadini dicevano che erano là perché lo rispettano e sono là da amici e per giustizia.
Jano è cresciuto con la parola “mafia” quando è maturato si è reso conto che non era mafia perché il boss terrorizzava i suoi stessi mafiosi, perché il boss vuole solo il potere e ce la fa, si autoconvince che riesce a combattere anche lo stato e ammazza vittime innocenti; Jano dice “quella non è più mafia, quella è mafia stragista, tu sei un terrorista che sta commettendo stragi di vittime innocenti” per lui la mafia era quella che rispettava le persone e aiutava la gente; lui ha avuto tanti soldi ma non li teneva per sè (esempio) aveva 50 milioni? li divideva per aiutare.
Lui voleva soldi e più sostegno alle famiglie che ne avessero bisogno. Sebastiano ha rischiato anche di essere arrestato o ucciso, ma gli è andata bene non perché è stato intelligente ma furbo, “la mia furbizia mi ha salvato la vita”.
Ad oggi Cep non è più la stessa sta in degrado, lui era un criminale, un mafioso o quello che volete, ma almeno lui sapeva tenere un certo ordine, innanzitutto non rubava e non spacciava nessuno, invece oggi ci sono ragazzini che si drogano, che spacciano, lo schifo.
Lui dice di non lasciarci influenzare dalle persone più grandi, perché possono sembra figure importanti, ma sono figure del male; dice di non andare a cercare le persone che ci portano nella vita sbagliata, perché la vita sbagliata ci darà l’adrenalina di farci sentire importanti e in quel momento lo saremo ma poi finisce là e poi o muori o finisci in carcere.
Sebastiano si scusa per tutti i lutti o male che ha causato alle famiglie, lui però non ha ammazzato vittime innocenti, ma il mafioso che lo voleva ammazzare.