Gli affari della mafia escono dall’immaginario comune della droga, buttandosi su investimenti nel campo dell’energia, chiedendo in prestito i soldi assegnati da Bruxelles per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma da oltre 200 miliardi finanziato per l’appunto dall’Unione Europea. Si sospetta che “professionisti”, dei colletti bianchi, si presentino a società che gestiscono fondi europei dicendo di far parte di un gruppo di imprenditori e manager, così da ricevere il bonus per poi farli sparire in un paradiso fiscale. Queste imprese, collegate a Cosa Nostra e alle altre organizzazioni di questo genere, si riconoscono in quanto spesso, prima della richiesta di finanziamenti, cambiano proprietà oppure non hanno capacità economiche sufficienti per costruire gli appalti richiesti. Questo pericolo è anche ricollegabile agli iter burocratici che vengono svolti sempre più rapidamente, col rischio di effettuare controlli superficiali.
La mafia di oggi preferisce il business, passando dalla finanza alle criptovalute, ma cantieri, supermercati, parchi eolici e immobili non vengono abbandonati. Lo stesso Matteo Messina Denaro, punto di riferimento e garante di una multinazionale del crimine, avrebbe investito in queste imprese, arricchendosi sempre di più e ampliando i traffici mafiosi. In Italia sembrerebbero essere più di 150 mila le imprese “potenzialmente connesse” alla criminalità organizzata, secondo la Banca d’Italia. Da qui la paura delle istituzioni, investigatori, e magistrati da quando sono iniziati ad arrivare i denari dall’Europa per i cantieri miliardari previsti nel Pnrr.
Questo ci fa capire come la mafia sia riuscita a insinuarsi in investimenti di un certo tipo e importanza, evolvendosi da quello che nell’immaginario comune era il suo campo lavorativo, ossia la droga, che comunque continua a circolare nelle sue mani. I controlli, ma, soprattutto, l’informazione riuscirà nel tempo a far cadere questo velo che si è instaurato tra mafia e lavoro. Questo però deve partire da noi e dalla nostra voglia di ricercare la verità e la legalità, non girandoci dall’altra parte quando qualcuno parla di mafia.
Ho trovato il video cercando su Google le parole mafie e affari.