7 GIUGNO 2017.
Una storia di coraggiosa ribellione alla ndrangheta. Il protagonista è Rolando Fazzari, imprenditore edile savonese che ha denunciato i suoi stessi familiari in quanto appartenenti ad un clan criminale, la cosca Gullace-Raso-Albanese.
La conseguenza della sua ribellione all’omicidio di una persona è stata la morte di suo figlio, appena diciottenne, sul lavoro e anni di minacce e intimidazioni. Un’azienda in crisi dove persino la strada che collega alla sua impresa è in grave dissesto, soprattutto dopo l’alluvione di quel novembre.
La mafia è presente ovunque e, anche se non ce ne accorgiamo, è molto più vicina di quanto crediamo perché in questo caso si parla di Savona, distante circa 20 chilometri dalla nostra scuola.
Mi ha molto colpito la frase finale del video pronunciata da Fazzari: “Dovete denunciarli, così si combatte la mafia”, frase che rappresenta tutte quelle persone che non hanno avuto paura di esporsi contro il male e che spesso hanno perso la vita per rendere noto a noi che la gente marcia lavora, governa e porta sofferenza alle nostre spalle perché non ci rendiamo conto che la minaccia mafiosa è dietro l’angolo, a pochi chilometri dalle nostre case.

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