La presenza ultradecennale delle mafie in territorio ligure, in particolare delle cosche calabresi, ha ampliato negli ultimi anni gli interessi criminali anche verso il business del traffico di stupefacenti, assicurato dalla presenza di importanti scali marittimi come quello di Genova, attracco privilegiato per la sua posizione di centralità nel Mediterraneo, o Savona e La Spezia, considerati una valida alternativa ai porti di Gioia Tauro, Napoli e Salerno.
Nel capoluogo e nel contesto provinciale è stata processualmente riconosciuta l’operatività di due articolazioni di ‘NDRANGHETA.
Quanto alla CRIMINALITÀ MAFIOSA SICILIANA, il 6 marzo 2019, a Genova, è stata arrestata una donna – originaria di Riesi, ma da decenni trasferitasi a Genova – ritenuta la mandante, per motivi passionali, dell’omicidio di un cittadino albanese scomparso da Genova nel 2013, il cui cadavere è stato rinvenuto solo nel gennaio 2019 a Senago (Monza Brianza).
Invece a Savona molto più vicino a no sono presenti famiglie mafiose come i FAMELI di San Ferdinando di Rosarno e i FOTIA di Africo, i cui componenti sono stati oggetto d’indagini preventive e repressive della DIA . Tali gruppi avevano costituito, nel savonese, realtà imprenditoriali di rilievo, ritagliandosi posizioni dominanti in settori produttivi tipici, quali quello edilizio, immobiliare e del movimento terra, gestiti sia direttamente che attraverso la schermatura di prestanome.