Il video che ho scelto tratta dello scioglimento del primo comune emiliano, il Comune di Brescello. E’ stato un po’ più complicato fare questa ricerca, ma guardando e leggendo i vari siti online sono riuscita a trarre una conclusione.
Comune di Brescello, agosto 2014.
Tutto partì da un gruppo di studenti liceali che passeggiavano per la cittadina. In quegli anni la presenza di Francesco Grande Aracri, grande boss mafioso, nella cittadina aveva destato qualche battibecco che, però, gli abitanti non volevano ammettere. I ragazzi avevano una telecamera e una domanda schietta e chiara che ponevano ai passanti: “Lei lo sa che Francesco Grande Aracri è ritenuto vicino alle famiglie di ‘ndrangheta?”. E fu proprio quel video a convincere di fare una sentenza dal Consiglio di Stato. Gli elementi, oltre al video, che convinsero a fare una sentenza furono anche: varianti al PRG richieste da ditte a cui non era stata chiesta l’informativa antimafia, l’assunzione di personaggi «legati a vario titolo a esponenti» delle cosche, l’affidamento di appalti a ditte poi raggiunte da interdittive antimafia, minacce a politici locali, sussidi sociali concessi a «soggetti controindicati». Il primo elemento, però, fu la negazione del sindaco sulla fatidica domanda: “ma la mafia, qui, c’è?”. Il sindaco rispondeva che la ‘ndrangheta non c’era nel suo comune e che il boss era un uomo educato e raffinato, con un basso profilo e nessun legame mafioso. Inoltre egli negava l’importanza della criminalità organizzata a Brescello, cosa grave in quanto sindaco. L’elemento che più fece sospettare su Grande Aracri fu il tricolore che, durante la fine delle campagne elettorali, sfrecciò in cielo. Come aveva fatto il sindaco a permetterselo? Quest’oggi un liceale che aveva registrato le interviste ai passanti (Elia Minari), ora avvocato, sostiene di essere stato preso di mira dalla gente mafiosa all’inizio. Disse che il video fu anche causa di manifestazioni in piazza, eppure oggi nessuno può negare la presenza della mafia a Brescello. Nel video riusciamo a notare che alla fine, il giornalista vorrebbe avere un’intervista con Grande Aracri, ma egli nega il consenso, dicendo “scrivete solo falsità. Siete falsi e buffoni.”
Dopo che la decisione di sciogliere il comune fu adottata, molte persone credevano che in realtà esso fosse stato sciolto per faresie e bugie. Altri dicevano che: “la mafia sta’ a Roma e non qui”, altri constatavano che il boss fosse un uomo educato e composto, un lavoratore e che non c’entrasse nulla con la mafia e altri ancora credevano che in realtà la decisione di sciogliere il comune fosse stata un’opzione valida e saggia. In conclusione, Brescello e i suoi abitanti non hanno cambiato mentalità o idea: la mafia è sempre la stessa e i pensieri sono identici a prima che il comune venisse sciolto per infiltrazioni mafiose.
Questo mi fa riflettere sull’evidenza che le persone mafiose hanno sui territori, ma anche per anche solo la presenza di questi individui possa colpire subito perché, anche se Grande Aracri non avesse commesso il reato per cui è stato poi denunciato, l’ambiente e il modo di parlare o di approcciare delle persone sarebbe cambiato. Nessuno vorrebbe convivere con un boss mafioso o con qualche persona legata strettamente alle mafie, anche se quest’ultimo non avesse commesso nessun crimine nella città in cui vive. Il punto è che per quanto non sia evidente, la mafia c’è ed è dappertutto, ma questo, oramai, è stato ripetuto un’infinità di volte. Per cui alla domanda contenitore io rispondo di sì, in Emilia-Romagna c’è la criminalità organizzata. Il dubbio che mi sorge è: facendo finta che Grande Aracri non avesse commesso nessun errore e che avesse vissuto nel comune di Brescello in totale tranquillità, le persone avrebbero avuto un pregiudizio su di lui, in quanto mafioso? Avrebbero sospettato su di lui?