Il video proposto parla di #caporalato e dello sfruttamento dei braccianti agricoli, in modo particolare della condizione dei migranti accorsi a Nardò, che si sono ribellati perché lavorano in condizioni disumane, per un compenso bassissimo.
I braccianti sono costretti a pagare addirittura il trasporto, i proprietari dei terreni non pagano direttamente loro, ma il caporale che gestisce i loro compensi e chi lavora.
Colpisce il coraggio con cui i migranti parlano, non hanno paura di dire che il caporale è mafia e lo gridano a gran voce!
Questo video mi ha fatto capire che è vero che potrebbe sembrare che la mafia dia lavoro, ma la verità è che crea un mercato solo per i propri traffici, non per produrre lavoro per la povera gente, che invece lavora in maniera disumana per pochi spiccioli, perché tra quello che guadagnano e quello che pagano per lavorare, a loro restano in tasca pochi euro.
Chi ci guadagna, ancora una volta, è la mafia.
Questo video mi ha colpito molto, soprattutto per le condizioni in cui queste persone sono costrette non solo a lavorare, ma anche a vivere quando non lavorano, in baracche che non assomigliano neanche lontanamente a case e hanno condizioni igieniche disastrose.
Credo che ogni Paese dovrebbe tutelare la dignità e il lavoro dei propri cittadini e monitorare anche ciò che accade tra i clandestini, migranti, persone che arrivano nella nostra terra in condizioni disperate e che diventano facile preda di chi, come la Mafia, è alla ricerca di manovalanza a basso costo, perché quelle vite per loro non valgono niente.