Questo è uno dei casi più paradossale di tutta la storia del Salento. Terra di Sacra Corona Unita, inarrestabile anche nei confronti di donne e bambini.
Si tratta di un duplice atroce delitto, per il quale i familiari chiedono ancora a viva voce giustizia.
Dinanzi al gip Vincenzo Brancato si è tenuta l’udienza preliminare riguardante l’omicidio di Paola Rizzello, di 27 anni e della piccola Angelica Pirtoli, di soli due anni, brutalmente uccise la sera del 20 marzo del 1991.Il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia – titolare del fascicolo – aveva già chiesto il rinvio a giudizio per i presunti responsabili del duplice efferato omicidio. Dunque, rischiano di finire sotto processo Biagio Toma, 46enne di Parabita ritenuto l’autore materiale della spietata esecuzione della bambina ed il collaboratore di giustizia, nonché cognato, Luigi De Matteis, l’omicida reo confesso della madre di Angelica. Nei mesi scorsi, sia il Riesame che la Cassazione avevano rigettato la richiesta di scarcerazione di Toma, presentata dall’avvocato Walter Zappatore.
Paola Rizzello fu uccisa perché ritenuta una testimone scomoda e dunque un’intralcio alle attività del clan. La piccola Angelica, che era con lei quando fu ammazzata, rimase tutta la notte accanto al cadavere della madre, ma seppur ferita, sopravvisse. Il giorno dopo De Matteis e Toma, secondo l’ipotesi accusatoria, tornarono per sbarazzarsi definitivamente di quel corpicino. Quello che colpì maggiormente l’intera comunità salentina, fu certamente l’efferatezza di questa seconda “esecuzione”; Toma avrebbe preso la piccola per i piedi e successivamente l’avrebbe sbattuta contro un muro, senza alcuna pietà.
Ancora una volta, la mafia interrompe bruscamente la vita di Paola e Angelica, due vite sfracellate dalla Sacra Corona Unita, uccise dai più crudeli omidici di mafia che queste terre abbiano mai visto ai piedi della serra che guarda il mare di Gallipoli.