Ho scelto questo video tratto dal settimanale Tv7 di RAI1 perché affronta una problematica emersa in tempi recenti nella mia regione, l’Abruzzo, cioè la cosiddetta “mafia dei pascoli”. E’ una questione che ha avuto anche risonanza a livello nazionale a seguito di un’inchiesta della magistratura siciliana che ha documentato lo sfruttamento da parte del gruppo mafioso dei Batanesi di terreni intestati fittiziamente in alcuni comuni abruzzesi.
Nel corso del video ci sono delle interviste ad allevatori di Paganica, Vittorito, Massa d’Albe, Lucoli, nelle quali si evidenzia il fatto che i pascoli abruzzesi sono nelle mire di organizzazioni che gli intervistati non esitano a definire “mafiose” .
| pastori lamentano l’impossibilità di affittare i terreni demaniali per svolgere la loro attività, perché sempre più spesso società provenienti da fuori regione offrono ai comuni cifre che mettono fuori gioco gli allevatori locali. Queste società, che ricevono in gestione i terreni ad uso civico, in realtà non praticano la pastorizia, ma tramite un utilizzo fittizio di animali provenienti da altre regioni. approfittano della normativa statale per avere i requisiti che consentono di ricevere i sostanziosi finanziamenti europei per la pastorizia. Si tratta, dunque, di ditte che sono in regola solo “sulla carta”, ma che non costituiscono ricchezza per il territorio e non sviluppano agricoltura e pastorizia: fanno sparire i finanziamenti incassati senza lasciare alcunché al territorio. Di conseguenza vi è una diminuzione costante della pastorizia locale e un impoverimento dei terreni.
La parte finale del video è un’intervista alla professoressa Lina Calandra della Facoltà di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila.
Durante una ricerca sul campo relativa al mondo della pastorizia abruzzese e alle sue aspettative, la professoressa si è trovata a raccogliere esplicite e numerose segnalazioni di intimidazioni e minacce e anche di incendi dolosi di stalle. In pratica erano segnali chiari e inquietanti di attività criminali.
Il quadro della situazione mostrato da questo video è dunque quello di un sistema che dietro la facciata di apparente legalità sta sovvertendo ed estromettendo un tessuto produttivo locale mediante i tipici metodi delle organizzazioni mafiose.