Se dovessimo cercare di analizzare e di individuare la criminalità organizzata nel nostro territorio attraverso delle ricerche approfondite di ciò che è successo in passato ma anche di ciò che succede nel presente, uno dei numerosi punti su cui è necessario fermarsi a pensare e focalizzarsi, è il Processo Black Monkey.
Questo, fu il primo processo di mafia celebrato a Bologna, ed è stato uno dei processi più importanti che hanno garantito la scoperta delle azioni dell’Ndrangheta anche fuori dalla regione in cui agisce maggiormente.
Ciò che chiama alla luce questo processo, è il vero e proprio impero che è stato creato sulle basi del gioco d’azzardo da parte del gruppo di criminalità organizzata con a capo Nicola Femia, detto “Rocco”. Questo impero, non prende solo l’Emilia Romagna, ma anche regioni come Veneto, Campania, Puglia, Calabria, Inghilterra e Romania.
I reati principali di cui questo gruppo di criminalità organizzata è stato imputato, prende come riferimento diversi punti riguardanti il gioco d’azzardo non autorizzato, poker online non autorizzato, intestazione fittizia di beni, minacce e intimidazioni, pestaggi, estorsione e corruzione.
Il processo si divise in due gradi: il processo di primo grado, si concluse il 22 febbraio del 2017, dove per la prima volta il Tribunale di Bologna ha emesso condanne per il reato di associazione mafiosa a 9 imputati su 23. Durante questa prima parte, si venne a scoprire come il gioco d’azzardo era il polmone finanziario dell’organizzazione: l’associazione di Nicola Femia, aveva infatti un mercato parallelo di schede contraffatte che venivano commercializzate in tutto il territorio nazionale. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un business di zona grigia composta da professionisti capaci del loro lavoro, che furono essenziali per l’attuazione del piano dell’associazione.
Durante il processo di primo grado, si scoprì però inoltre la presenza di episodi di violenza, da cui è partita l’inchiesta: ovvero il tentato sequestro di Et Toumi Ennaji e le minacce al giornalista anti-mafioso Giovanni Tizian.
Sul processo di secondo grado, emessa il 29 ottobre 2019, si conosce davvero poco e si è tutt’oggi in attesa di eventuali approfondimenti sulla sentenza, nella quale i giudici della Corte d’Appello di Bologna non ha riconosciuto l’associazione mafiosa.
Per eseguire questa ricerca, ho voluto focalizzarmi principalmente sulla problematica del gioco d’azzardo, e di come quest’ultima sia un’importante fonte di sostentamento per la criminalità organizzata. Sono riuscito a trovare due collegamenti importanti: il primo su un articolo fatto dal telegiornale “LaC News 24”, mentre il secondo su un articolo online che prende il nome di “Svegliati Aemilia”.
Attraverso un colloquio effettuato in classe, mi sono interessato maggiormente a questo argomento, ricercando sia online che su YouTube attraverso la parola chiave “Processo Black Monkey”, qualcosa di attinente a quest’ultimo.
La cosa che sono riuscito a comprendere maggiormente, è che attraverso anche piccole ricerche, sia possibile capire il mondo che ci circonda, e cosa quest’ultimo ci nasconde. Il primo pensiero che può venire in mente ad una persona, è che la criminalità organizzata sia presente solo in alcune regioni italiane e del mondo, ma questo non è vero, e possiamo capire, che le azioni delle associazioni mafiose si possono estendere anche al di fuori della regione di riferimento, rappresentando così un pericolo per l’intera popolazione italiana in questo caso.