Ho scelto il sottotema “Come agiscono le mafie nella tua città e nella tua regione?” perché vorrei essere consapevole di come agisce la mafia nella città e regione in cui vivo e ho scoperto che questo argomento è entrato a far parte del dibattito pubblico già da un po’ di anni.
Venerdì 18 gennaio 2013, ore 21:00, ad Orciano c’è stato un incontro pubblico dal tema “Criminalità organizzata nelle Marche” promosso dal movimento delle Agende Rosse e dall’associazione Lutva di Orciano.
Erano presenti anche il sindaco di Orciano di allora, Stefano Bacchiocchi, molti insegnanti giovani e studenti delle scuole superiori.
Era ospite Pino Finocchiaro, giornalista di Rai News e autore del libro “Mafia Grigia”, il quale afferma che: “Occorre stare attenti perché la mafia è già qui e rovina tanta gente entrando nel tessuto sociale del Paese”.
Ho rilevato che il 99% delle volte il lavoro mafioso nella mia regione chiede supporto di tipo politico, mentre l’estorsione è solo una delle attività accessorie che serve a mantenere il controllo del territorio, per sapere e conoscere le cose più intime delle persone, al fine di renderle vulnerabili e controllabili. Un’altra strategia della mafia è l’utilizzo della calunnia, per uccidere le persone scomode. Calunniare i servitori dello stato è proprio una delle strategie per disorientare e isolare coloro che si impegnano nella lotta alla mafia.
Occorre, quindi, parlare di mafia, fare memoria del passato guardando al futuro perché noi giovani possiamo diventare gli anticorpi per questo che è un vero e proprio cancro sociale.
In questo percorso ho imparato che il rispetto della legalità è l’obiettivo che dobbiamo tutti perseguire, per capire la democrazia e costruire lo Stato, uno stato che deve diventare sempre di più capace di processare anche se stesso, gli uomini corrotti per eliminare chi è in “odore di mafia”, anche per riuscire a “dare lustro al Paese”.
Per questo penso che dobbiamo imparare a renderci conto di dove opera la mafia, in quali settori si specializza, senza minimizzare perché essa si mimetizza proprio perché è fatta da persone come noi.