Un giovane si allontanò dal proprio paese agli inizi degli anni ’90. In quel periodo si trovava al regime della semidetenzione ma non fece rientro a Copertino. Dopo circa tre mesi i familiari non ebbero più alcun contatto. Il giovane diventò a tutti gli effetti un latitante. Il suo, però, non sarebbe mai stato un allontanamento volontario. L’uomo venne ammazzato con alcuni colpi di pistola pagando con la vita l’ambizione di scalare le gerarchie all’interno dell’organizzazione e venne così punito dal clan. Nel corso degli anni, diversi collaboratori hanno fornito dichiarazioni su questo presunto caso di lupara bianca ma tutte le indicazioni non avrebbero mai consentito di ritrovare il cadavere dell’uomo. Dalle indagini sarebbe emerso che la vittima sarebbe stata eliminata perché si era opposta ad eseguire un omicidio del quale era stato incaricato. In più avrebbe trattenuto per sé i proventi dell’attività illecita e di non assistere economicamente i detenuti.