L’esperienza di SIC mi è servita per farmi capire come operano le mafie: uccidono persone, anche donne e bambini, chiedono il pizzo e credono di rispettare un codice d’onore ben preciso.
Facendo solo quattro laboratori ho capito che le mafie fanno solo del male, perché alcune volte il fenomeno non è fatto solo da spari e omicidi, ma da una complessa organizzazione criminale che si è infiltrata in diversi aspetti del nostro sistema statale.
Io sono dell’idea che se ci impegnamo prima o poi noi potremmo sconfiggere la mafia, cosa che in passato è stata provata da Falcone e Borsellino e come abbiamo visto nel film “Fortapàsc” anche Giancarlo Siani: un giornalista che nel 1985 ha provato a portare a galla le connivenze della Camorre attraverso la sua capacità comunicativa di giornalista.
Il mio consiglio è di lavorare per i gruppi classe individuali, perché chi è timido e ha paura di esprimere la sua opinione è molto svantaggiato, anche se non è stato un mio problema.