Le mafie comunicano?
Il primo incontro vuole innanzitutto mettere in discussione il nostro immaginario, individuale e collettivo, sulla rappresentazione mediatica delle mafie.
Cosa sappiamo sulle mafie e da dove vengono queste informazioni? Che ruolo hanno i film, le serie, i videoclip che abbiamo visto nella definizione del nostro immaginario? Quali sono gli stereotipi sulle mafie?
Queste sono alcune delle domande che le formatrici di Cinemovel utilizzano in aula per presentare i diversi temi e avvicinare le studentesse alla prima ricerca.
Ecco alcune risorse per esplorare, anche in autonomia, le tematiche del primo incontro.
Guarda le ricerche delle studentesse di SIC. Il link porta a tutti i contenuti.
Cosa sappiamo sulle mafie e da dove vengono queste informazioni?
In questo video un giornalista, a Palermo, intervista per strada alcune persone facendo alcune domande che possiamo definire “provocatorie”. Chiede infatti cosa le persone pensano di Riina, che è stato un mafioso molto famoso e molto cruento, oppure chiede se la mafia ha portato qualcosa di buono oppure se quando c’era la mafia si lavorava di più.
Le reazioni delle persone sono molto diverse tra di loro.
Addirittura un signore va via quando il giornalista chiede queste cose perché dice di non volersi prestare a queste cose.
Il video è particolare perché secondo me, nel montare le interviste, hanno fatto delle scelte precise: ad esempio all’inizio sembra che tutte le persone scappino via come a rappresentare l’omertà. Invece ad un certo punto il video cambia, anche la musica di sottofondo cambia, alcune delle persone che all’inizio sembra che non vogliano parlare poi invece rispondono e le domande cambiano, non sono più provocatorie.
Addirittura una ragazza si commuove pensando a Claudio Domino, un bambino vittima di mafia.
Mi sembra che con questo video il giornalista ci voglia far riflettere su cosa pensiamo di sapere delle mafie, sugli stereotipi delle mafie e su ciò che in realtà molti sanno sulle vittime di mafia, e che è importante ricordarci.
Ho trovato questo video cercando “mafie” “stereotipi” “conoscenze”.
Non è stato il primo video che è uscito nei risultati, ne ho dovuti scartare parecchi per arrivare a questo.
Vorrei andare a cercare la storia di Claudio Domino, per capire se la ragazza che ne parlava, essendo molto giovane, facesse riferimento ad un fatto recente. Io non ne ho mai sentito parlare.
Come i media partecipano a creare un immaginario sulle mafie?
Un uomo fa una telefonata da una cabina telefonica, al porto. Dall’altro lato del telefono risponde un signore con gli occhiali da sole, dei baffetti e un papillon. Iniziano a parlare entrambi con un accento del Sud Italia. Uno dei due ha una voce roca, che ricorda Don Vito Corleone del film Il padrino.
La pubblicità è della Red Bull, online si trova in lingue diverse, tutte caratterizzate da un accento italo-americano che fa pensare a Cosa nostra.
In 30 secondi è possibile vedere una serie di stereotipi che fanno parte del nostro immaginario. Penso sia molto interessante chiedersi quanto gli autori di questa pubblicità siano stati condizionati dagli stereotipi sulla mafia e quanto invece hanno volontariamente giocato con loro, per creare una scena che dà effetto al claim del prodotto “Red Bull ti mette le ali”. Il risultato è che comunque il nostro immaginario si rafforza di diversi elementi non sempre reali: i mafiosi hanno una voce rauca, hanno i baffetti e le parvenze di un uomo del Sud, e, peggio ancora, uccidere qualcuno non è poi così drammatico…anzi può far ridere.
In questo caso quindi non sono le mafie a comunicare, ma sono al centro della comunicazione.
Ho trovato questo video cercando su youtube “mafia”, “pubblicità”, “stereotipi”. Mi sono capitati prima i risultati in inglese, la cosa mi ha incuriosito, e aggiungendo “italiana” sono arrivato alla versione italiana andata in onda su Rete 4.
Lo consiglio a chiunque voglia ragionare sull’origine delle cose che sappiamo sulla mafia. Vedendo pubblicità come questa continueremo a convincerci che la mafia sia un fenomeno del Sud Italia, mentre invece sappiamo benissimo che è un problema molto più ampio.
Ci affascinano le mafie? Perchè?
Il titolo di questo video associa alla parola boss l’aggettivo buono, questa cosa mi ha colpito molto. Sebastiano Jano Ferrara viene intervistato e parla della sua carriera criminale, ci sono anche alcune immagini di repertorio.
In particolare nel video si vede una manifestazione risalente al 1994 in cui 500/700 persone del quartiere dove viveva il boss sono davanti al Palazzo di Giustizia per supportarlo, dopo il suo arresto.
Il boss parla della mafia dicendo che è cambiata nel tempo e che prima “la mafia era mafia” come se in passato la mafia potesse essere una cosa positiva.
Racconta anche di come lui sia stato dal suo punto di vista buono nell’essere un boss.
Ma come si fa a pensare che un boss possa davvero essere buono? Come è possibile che ci siano persone che manifestano a favore di un boss?
Ho trovato questo video inserendo su youtube le parole “boss” “mafia” “fascino”. Il video è stato uno dei primissimi risultati.
Avendo già visto altri video interessanti di fanpage mi incuriosiva vederne un altro sempre realizzato da loro. Il titolo mi ha destato subito attenzione.
Vorrei approfondire se ci sono altri boss, che hanno lasciato dichiarazioni, dopo essersi pentiti e aver cominciato a collaborare con la giustizia e capire quali sono le difficoltà di questa scelta e se sono davvero pentiti.
Quali sono gli stereotipi che fanno parte del nostro immaginario sulla mafia?
Siamo a Brescello, provincia di Reggio Emilia, e dei giovani di poco più di vent’anni girano per il paese intervistando persone al bar e in città facendo domande su Nicolino Grande Aracri, boss della ‘ndrangheta al centro del processo Emilia. Questo video è stato realizzato prima del processo e ho trovato impressionanti le risposte date dalla gente del posto. Sembra di essere tornati indietro di 30 anni. “Le mafie danno lavoro”, “Sono brave persone”, “Non hanno mai fatto male a nessuno”. Stereotipi che sentiamo purtroppo ripetere spesso, da Nord a Sud quando si parla di un mafioso. Non è solo assenza di coraggio, quello sarebbe anche comprensibile, ma è proprio ignoranza. Qualcuno sembra aver fatto loro il lavaggio del cervello.
Ho trovato questo video cercando su youtube informazioni sulla mia regione, scrivendo “mafia” “Emilia Romagna” “luoghi comuni” “interviste”. Ho dovuto scartare tanti contenuti che c'entrano poco con quello di cui volevo parlare, ma quando ho visto questo video sono rimasto senza parole.
Mi piacerebbe approfondire questo argomento e provare a capire cosa pensano le persone della mia città della mafie e perchè, chi dice queste cose, pensa che la mafia in fondo sia buona. Come è possibile sconfiggere le mafie senza superare questi problemi?
Come il giornalismo di inchiesta racconta le mafie?
Conoscevo già questa storia, credo di averla vista in televisione. L’ho ricercata perchè parlando di giornalisti mi è venuta subito in mente. Nel video il giornalista Piervincenzi riceve una testata da un membro del clan Spada, a Ostia. Roberto Spada è stato poi arrestato ed è andato in carcere, ma purtroppo penso sia un video molto bruttissimo, che mi ha quasi spaventato.
Non pensavo che i mafiosi avessero il coraggio di comportarsi così davanti alle telecamere, eppure il giornalista si è rotto il naso…
Per ritrovare il video ho scritto su google “testata” “giornalista” “mafia”, perché lo conoscevo già e l’ho trovato come primissimo risultato.
Mi piacerebbe conoscere altre storie di giornalisti che hanno denunciato le mafie, credo che possano raccontarci tante cose che non sappiamo.
Sottovalutiamo le mafie?
Scrivendo “sottovalutazione, rischio, mafie” su youtube, ho trovato pochissimi risultati soddisfacenti.
Ho scelto questo video tra gli altri perché mi è sembrato quello che più cerca di collegarsi all’attualità, e di affrontare la complessità del discorso sulle mafie, anche se in poco tempo, cercando di farci capire quanto siano pervasive all’interno del nostro tessuto sociale ed economico.
Tra i tanti video che raccontano la storia delle mafie, questo si concentra sull’oggi, sulla nostra economia, sulle infiltrazioni delle mafie in essa, sui pericoli che corriamo e che rischiamo di correre, sui rapporti di convenienza e collusione di tanti settori della nostra società.
E’ un video che sposta lo sguardo, e che mi ha fatto riflettere sulle responsabilità del nostro tessuto sociale nel lasciare spazio al radicamento mafioso, e dunque sull’importanza di lottare contro le mafie a livello sociale e culturale.
In particolare dal minuto 2.50 al minuto 5.50 ho trovato uno spunto interessante su come le mafie comunicano… se si sono radicate a livello internazionale e dentro l’alta finanza e imprenditoria, ho pensato che devono sicuramente avere una “strategia di comunicazione” efficace, come qualsiasi grande impresa.. sarebbe interessante approfondire su cosa essa si basa!
Le mafie comunicano con noi direttamente? Come?
Ho cercato questo video per approfondire come le mafie utilizzano i social.
Ho trovato il video su youtube, inserendo le parole chiave “mafia” “social” “dirette”.
Dopo averne visti diversi, che ho scartato, ho scoperto questo risultato tra i video correlati.
Mi ha stupito moltissimo il fatto che una persona, Antonio Russi, utilizzasse i social in modo così esplicito per minacciare apertamente il sindaco di San Severo.
Mi sono chiesta com’è possibile che non ci siano state ripercussioni o se ci sono state, com’è possibile che lui non si sia chiesto se era quello il canale giusto per comunicare.
Forse il messaggio non era diretto al sindaco ma ai suoi follower?
Sono andata a cercare poi la storia di Antonio Russi per capire a cosa fa riferimento nel video e ho capito che è un cantante famoso neomelodico.
Chissà se ci sono altre correlazioni tra la musica e la mafia, mi piacerebbe approfondire questo tema.
Come la scuola racconta le mafie?
Ho cercato questo video per approfondire come viene trattato il tema delle mafie a scuola. L’ho trovato cercando “scuola, raccontare, mafie” su youtube, dopo aver guardato altri video abbastanza simili a questo.
L’ho scelto perché è stato realizzato da una classe di un liceo di Monza, come prodotto finale di un percorso di approfondimento in classe sul fenomeno mafioso.
Mi ha incuriosito perché in pochi minuti le studentesse cercano di rispondere alla domanda “che cos’è la mafia?”, attraverso delle infografiche molto semplici, magari con lo scopo di raccontarlo ai propri coetanei.
Guardandolo mi sono chiesta se il modo in cui si parla di mafie a scuola sia efficace, se interessi le studentesse, se davvero si affronti la complessità e l’urgenza di questo fenomeno.
Mi sembra che tante volte ci si limiti, come in questo video (e soprattutto a scuola!!) a descrivere in modo semplice la storia e gli obiettivi delle mafie, senza far interessare le studentesse, senza permettergli di comprendere l’impatto delle mafie sulla nostra società oggi, senza aiutarle a capire che è un fenomeno attuale e che ci riguarda.
Mi piacerebbe riflettere su quale potrebbe essere un modo nuovo e interessante per raccontare le mafie nelle scuole, magari proprio a partire dal punto di vista delle studentesse.
Cosa non sappiamo sulle mafie e vorremmo sapere?
Cercando “tik tok, mafie, comunicazione”, ho trovato questa compilation di tiktok estremamente interessante.. nel video, una serie di ragazze chiedono ironicamente al proprio padre “are you in the mafia?”, mostrando poi immagini sul loro stile di vita riconducibili a stereotipi sulle mafie e sull’Italia.. auto e case di lusso, pizze, uomini in abito scuro… A noi fa quasi ridere, ma queste immagini rispecchiano davvero lo stereotipo che, soprattutto all’estero, si ha delle mafie.
E’ un video ironico, è vero, ma non contiene alcuna denuncia… come se le mafie fossero davvero solo lusso e macchinoni, e figlie che scherzano sull’appartenenza dei padri alle organizzazioni.
Mi ha davvero incuriosito, e ho pensato che questo video rientra nei modi in cui le mafie comunicano e contribuisce alla costruzione di un’immaginario su di esse, che è falsato e stereotipato.
Dopo averlo visto, mi piacerebbe approfondire la percezione che si ha delle mafie negli altri paesi.
Per ogni ricerca è importante scegliere le fonti e le parole chiave più vicine al nostro obiettivo. Oltre a quanto introdotto durante il laboratorio in presenza riportiamo un elenco integrativo che possa essere da stimolo alle studentesse.
Fonti suggerite: Youtube, Teche Rai, Tik tok, La via libera, Fanpage, Repubblica, Fatto Quotidiano, Raiplay, vivi.libera.it,
Parole chiave suggerite: social, stereotipi, mafie, boss, scuola, immaginario, raccontare, dirette, rischio, sottovalutazione, percezione, testata, giornalista, inchiesta, luoghi comuni, interviste, fascino, pubblicità, conoscenze, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita, cosa nostra, serie tv, post, facebook, instagram, tik tok, stories, comunicazione, rappresentazione, film, cinema, televisione, musica, videoclip.
Cosa devono fare le studentesse per il secondo incontro:
Individuare un sottotema e, partendo da un minimo di 3 parole chiave, cercare un video da inviare sulla piattaforma accompagnato da un testo descrittivo. Il testo di accompagnamento è fondamentale. Le studentesse sono libere di scrivere quello che vogliono attraverso un testo argomentativo e discorsivo. Uno stimolo alla realizzazione del testo può arrivare da queste domande.
SUL VIDEO
- Di cosa parla il video?
- Perché ho scelto questo contenuto multimediale, cosa mi ha incuriosito?
- Cosa trovi interessante
in questo video? - Come lo associo al sottotema individuato?
- Come risponde alla domanda
“Le mafie comunicano”?
SULLA RICERCA
- Quali parole chiave ho usato?
- Quali siti o fonti ho consultato?
- È stato difficile trovarlo?
SUL FUTURO
- Perchè è utile vederlo?
- A chi lo consiglio?
- Cosa mi è rimasto impresso
del video? - Mi ha acceso un interesse che voglio approfondire?
Ricordate, è importante non rispondere per punti, ma con un testo che rispecchi il vostro pensiero.