La mafia è un’associazione che pone un’importanza enorme nel passaparola. Importanza fondata perché effettivamente, non essendo un’attività legale, deve muoversi in modo inosservato. Con il passaparola però si mantengono vivi anche gli stereotipi legati alla vita dei mafiosi, tra i quali il fatto che vivano una vita lussuosa che include ville sfarzose e vestiti eleganti e costosi, tanto da ispirare film e libri che si concentrano proprio su questo aspetto. Un esempio è la, per ora, trilogia di film “365 giorni”, nei quali una donna polacca in vacanza in Italia viene rapita da un boss della mafia perché apparentemente innamorato di lei. Il film è ricco di scene sessuali esplicite e presenta un chiaro esempio di relazione tossica, ma ciò non ha fermato le persone che l’hanno visto dal romanticizzarlo e romanticizzare proprio la mafia in sè, creando un vero e proprio trend su tiktok nel quale fanno vedere come si vestirebbero se fossero mogli dei boss mafiosi, dove fantasticano sull’uccidere insieme o avere dei “business meetings” con le gang rivali. Oppure attribuiscono ad ogni mese dell’anno un “boss mafioso” e in base al compleanno della persona che visualizza il video, gli viene attribuito un marito (usando attori famosi come prestavolto). Su tiktok l’hashtag “mafia” ha 14,4 miliardi di visualizzazioni, mentre l’hashtag “mafia boss” ne ha 1,5 milioni, e semplicemente cliccandoci sopra si può notare che nessuno di questi video è fatto a scopo informativo, ma sono tutti video che sessualizzano e romanticizzano l’idea di essere la moglie di un boss mafioso. Questo è uno stereotipo non interamente fondato perché, per quanto possano essere ricchi i boss mafiosi, non possono sbandierare questa ricchezza e andare in giro senza passare inosservati. Come è stato detto durante i primi incontri con schermi in classe, il 90% del tempo i mafiosi devono nascondersi perché latitanti, però grazie a questa misinformazione riescono a portare avanti lo stereotipo della vita sfarzosa per “invogliare” ad unirsi o far ingelosire le persone che lo vedono dall’esterno.