La mafia ha un codice d’onore con delle regole ben precise. Non si devono guardare le mogli degli altri, bisogna portare rispetto alla moglie, non si possono uccidere donne e bambini. Anche se, non sempre i mafiosi hanno rispettato questi principi, se si pensa all’uccisione di Giuseppe di Matteo, un ragazzino di soli quindici anni. Un elemento ricorrente all’interno del codice mafioso è certamente la figura femminile. La donna, considerata come moglie, deve essere protetta e bisogna esserle leali. Allo stesso tempo, ha l’obbligo di gestire la crescita e l’educazione dei figli, di incitare alla vendetta, di accettare matrimoni combinati. Come ogni mafioso, è sempre obbligata a negare l’appartenenza del marito al clan e deve quindi svolgere il ruolo di fedele compagna, discreta e premurosa.
Per rappresentare questa condizione femminile ho scelto un video che racconta la storia di una donna cresciuta in una famiglia mafiosa. Il padre fu brutalmente ucciso e, nonostante ciò, per lei, da bambina, l’ambiente mafioso era qualcosa di normale. Diventata adulta, capì che, prima ancora di essere mafiosa, la donna è madre e deve impedire che i figli si avvicinino a quella realtà. Dopo l’uccisione del marito, decise quindi di rompere tutti i rapporti con la criminalità organizzata ed è così che incominciò la sua fuga. Questo video infatti è realizzato dall’associazione Libera, che combatte la mafia mettendo in salvo donne e bambini. Il racconto di questa storia fa capire la crudeltà del sistema mafioso, ma anche la volontà di alcune donne di opporsi alle loro radici. Ho trovato questo video cercando le parole “donne”, “mafia”, “ruolo”, “famiglia”.