Preso dalla serie televisiva Peaky Blinders, questo è uno spezzone di un episodio dove viene mostrato il primo incontro tra Thomas Shelby, il protagonista, e Luca Changretta, un “vero” italoamericano mafioso, sebbene tutto sia vincolato da atteggiamenti stereotipati. Infatti, la sua immagine promuove il visto e rivisto mafioso italiano, nei modi e nell’atteggiamento. Composto e impostato, indossa abiti di elevata fattura, tutti a firma italiana. Ogni ordine e atteggiamento viene fatto con eleganza, non solo nei modi ma anche nel tono di voce e negli sguardi. La sua furia vendicativa è pronta a non fermarsi di fronte a niente e a nessuno, accentuando e promuovendo, ogni volta possibile, le sue credenze e la sua stessa cultura. Persino il linguaggio fa parte di questi stereotipi.

L’onore ruota tutto intorno alla sua figura, lo stesso onore di cui è sempre stata e continua ad essere caratterizzata la mafia. Per esso e a causa sua si uccide indistintamente e in caso di un torto gli avversari la devono pagare nel modo più atroce possibile. La mancanza di rispetto è uno dei carri trainanti in Luca Changretta.

Quest’ultimo non si vergogna di mostrare tutte le carte in tavola. Fin da subito avverte del suo piano e di come lo porterà a termine, senza mezzi termini e possibilità di trattativa. Il suo egocentrismo e vanità lo pongono al centro di scene al limite dell’ironia, come la sua chiacchierata con Thomas Shelby mentre gioca con i proiettili.

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