Da sempre la mafia vuole convincere tutti di possedere e rispettare un codice d’onore, di cui alcuni dei presunti parametri sarebbero quelli di non collaborare mai con la giustizia e di non uccidere donne e bambini. Anche se soprattutto quest’ultimo è spesso stato violato e anche in maniera atroce, molti continuano a non riconoscere l’esistenza e la colpevolezza della mafia, e/o non la denunciano in quanto pensano che questo tipo di criminalità, parecchio contorta, si attenga a un codice d’onore. I mafiosi fanno leva su questo elemento di “credenza popolare” in quanto permette loro di apparire come persone rispettabili, senza problemi e che vivono in condizioni agiate, al fine di “arruolare” nuove reclute nel sistema.
L’esistenza del codice d’onore è profondamente smentita dalle molteplici morti donne e bambini delle quali siamo a conoscenza, come quella di Giuseppe di Matteo, un bambino ucciso per vendetta verso il padre Santino di Matteo, un ex mafioso pentito.
Giuseppe è stato ucciso per fatti che lo coinvolgevano solo indirettamente, non aveva colpe, ne aveva commesso crimini, ma la sua morte fu considerata dai suoi uccisori solo come uno strumento di vendetta e dolore che avrebbe potuto essere arrecato a suo padre, che stava collaborando con la giustizia.
L’assenza di un codice d’onore è testimoniata dall’atrocità con cui vengono uccise queste vittime, senza umanità, empatia o ripensamento.