Questa scena è un estratto della serie televisiva Gomorra, serie liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano. La serie narra le vicende dei mafiosi e degli spacciatori di droga soprattutto nei territori della Campania. In questa scena vediamo come Ciro Di Marzio, uno dei due protagonisti della serie insieme a Gennaro Savastano, sente la morsa di Don Pietro, padre di Gennaro Savastano, intorno al collo, e per sicurezza fa scortare la figlia dai suoi uomini.
Il boss Savastano però è spietato e dà ordine ad un suo scagnozzo, Malammore, di colpire Ciro nel modo più feroce: in un agguato, Malammore si trova faccia a faccia con la bambina dell’Immortale; la guarda, bacia la croce che ha al collo e le spara, uccidendola.
“Gomorra” è una fiction, ma non parla di finzione. Può romanzare, a volte, ma si basa su fatti reali, su ciò che accade. Quindi si può vedere benissimo come i mafiosi se c’è da raggiungere un obiettivo si attaccano a tutto, anche ai bambini e alle donne.
Un codice d’onore è un insieme di regole tacite, orali o scritte, che devono essere osservate dai membri di un dato gruppo o società.
Mentre un tempo alcuni boss seguivano queste regole non scritte e non aggredivano donne e bambini perché volevano mantenere nel loro territorio il rispetto e il potere, ora invece questo non accade più. Le nuove generazioni di mafiosi guardano solo al loro tornaconto senza farsi scrupoli. Le mafie, secondo me, non rispettano più un codice d’onore. Alcuni esempi sono Simonetta Lamberti, anni 11. Uccisa durante un attentato da un sicario della camorra insieme al padre magistrato, Alfonso Lamberti.
Giuseppe Di Matteo, anni 16. Figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, ex mafioso. Rapito tre anni prima dai mafiosi nel tentativo di zittire il padre, viene strangolato e disciolto in una vasca di acido nitrico.
E ancora. Nicola Campolongo, detto “Cocò”, anni 5. Arso vivo insieme al nonno, Giuseppe Iannicelli, legato alla cosca degli zingari che gestisce il traffico di droga.

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