Per il progetto “LE MAFIE COMUNICANO?” ho scelto la scena della prima stagione della serie TV sulla donna, ormai ex mafiosa, Rosy Abate, la regina di Palermo (non è tratto da una storia vera) perché dimostra quanto i mafiosi se ne fregano delle persone.
Questa scena rappresenta Rosy con suo figlio Leo nel mezzo di una sparatoria, iniziata da due fratelli mafiosi che le danno la caccia sotto la guida del boss camorrista più conosciuto di tutti.
Rosy e Leo stavano andando a casa di Regina e Roberto, cioè i genitori che avevano adottato Leo quando era piccolo (lui però non sa di questa verità). Quando i due fratelli mafiosi iniziano a sparare alla macchina nella quale si trovano, Rosy preoccupata per suo figlio si agita e gli dice di mettere la testa giù.
Spaccati i finestrini ed il parabrezza, Rosy e Leo scendono dalla macchina in fretta e furia, ma nemmeno quella è una mossa di totale salvezza, i fratelli sparano a volontà anche con la presenza di un bambino di 11 anni e la macchina inizia a fare scintille. Rosy e Leo si alzano di corsa e saltano in avanti per proteggersi dall’esplosione! Rosy prende Leo per le guance gridando ”TUTTO BENE AMORE MIO, E’ FINITO TUTTO AMORE” Regina arriva di corsa spaventata e sconvolta urlando. Il giorno dopo Rosy se n’è andata dalla casa di Leo perché si sentiva in colpa. Tornerà dopo aver ucciso i fratelli. Ho scelto la scena di questo telefilm perché dimostra il MENEFREGHISMO di un mafioso pur essendo presente un ragazzino, sparando a vista per raggiungere i propri obiettivi, ammazzando anche chi non c’entra nulla.