Quando ho digitato su YouTube le parole chiave “mafia”, “boss”, “immaginario” la scoperta è stata inaspettata.
Un videogioco che sembra un film, che ti fa vedere e immaginare tutto quello che succede all’interno della “famiglia” di un mafioso.

Il gioco è ambientato nella città di Lost Heaven (che rappresenta la città di Chicago, Illinois), dall’epoca del proibizionismo, tra gli anni Venti e gli anni Trenta, al 1951.

La trama del gioco viene narrata attraverso la conversazione tra l’ex tassista e famigerato gangster di Lost Heaven, Thomas “Tommy” Angelo e il detective Norman. Quest’ultimo è infatti determinato a catturare don Ennio Salieri, il boss mafioso per il quale Tommy ha lavorato dal 1930 al 1938.

Infatti, il protagonista è (chiaramente) un boss italiano che si trasferisce in America, in conflitto con un altro mafioso italiano e che cerca di eliminarlo con l’aiuto dei suoi “picciotti”, per mantenere il controllo sui suoi territori. Non riesce nel suo intento, perché il suo braccio destro si pente e testimonia al processo contro il boss, che viene condannato all’ergastolo.

Fra le tante scene, mi ha colpito di più quella in cui il boss, senza pensarci troppo su, manda i suoi uomini a uccidere una persona che non aveva rispettato “l’accordo” che aveva preso con lui.
Non servono le parole per comunicare: ciò che serve è la violenza.

Mi ha sorpreso comprendere come attraverso un videogioco possa riuscire a far comprendere come la mafia comunica.
Consiglierei la visione di questo video a tutti i ragazzi appassionati di videogiochi come me, perché penso che gli ideatori si siano avvicinati molto alla realtà.
Mi piacerebbe riuscire a trovare altri video dello stesso genere, per fare un confronto e allargare la mia ricerca.

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