Il contenuto che ho deciso di inviare è un’intervista ad un figlio di un boss della Camorra il quale ha deciso di cambiare vita e di non seguire gli ideali della sua famiglia. Lui è Luigi Di Cicco.
Sulla frase “da padre in figlio” lui dice fermamente “non è vera”, lui ha scritto un libro, nel quale si “mette a nudo”.
Luigi vive in provincia di Caserta, dove è creciuto con tutta la sua famiglia, ed è qui che lui ha deciso che la sua strada “non era scritta”, sin da piccolo lui non è cresciuto come un bambino “normale”, ha visto cose che un bambino non dovrebbe vedere, però lui dice “nella sfortuna sono stato fortunato” perchè nessa sua famiglia gli hanno insegnato anche qualcosa, soprattutto questi insegnamenti sono stati il frutto del suo cambiamento.
Il padre ha fatto 42 anni di carcere, 30 tutti in un solo periodo, gli altri tra processi differenti, Luigi non vuole però dire i reati che il padre ha compiuto, dice solo che ha compiuto diversi omicidi e quello “già basta”.
Un padre “materialmente assente” ma affettuoso con i propri figli, un padre che scrive al proprio figlio, un padre che da lontano è stato sempre presente, un padre che ora sta vivendo tramite gli occhi del figlio un’altra vita.
Crescendo ha capito di non star crescendo in una famiglia “normale”, lo affascinavano i privilegi dell’essere boss, però la sofferenza per la madre e per il padre gli fece capire che non fosse la vita che avrebbe voluto.
La frase che più mi ha colpito è stata quella finale “non c’è un valore più importante della libertà”.
Una storia che fa capire come non sia difficile cambiare vita, una vita nuova, con la libertà di scegliere, la stessa libertà che lui non ha avuto da piccolo.