Abbiamo ampliamente discusso di come l’idea collettiva che si è creata per quanto riguarda le donne e le mafie sia il risultato di una serie di stereotipi che sono, di fatto, falsi. Ho scelto questo video proprio perché spiega in modo preciso i diversi ruoli che le donne possono assumere all’interno delle organizzazioni mafiose, fornendo anche una serie di validi esempi.
In questo video (parte di una serie di 12 “episodi” chiamata Lezioni di Mafia) Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia dal 2005 al 2012, spiega in sintesi quelli che sono i diversi ruoli che la donna ha assunto nella mafia nel corso del tempo. Non parla delle donne solo come di vittime passive ma soprattutto parla di donne che hanno avuto un ruolo attivo nelle organizzazioni mafiose ricoprendo anche ruoli di spicco, e di delle donne che hanno trovato il coraggio di ribellarsi e denunciare ciò che stava accadendo intorno a loro.
Dunque è chiaro che alla domanda “Qual è il ruolo delle donne nel sistema mafioso?” non si può rispondere semplicemente dicendo che le donne sono escluse da questo sistema gerarchico e maschilista. Nel corso degli anni sempre più donne, legate a mafiosi per legami di sangue o semplicemente per matrimonio, hanno assunto coscienza delle proprie potenzialità e hanno scalato la gerarchia delle organizzazioni mafiose, o ne sono addirittura uscite. Nel video si vede come le donne siano passate da “donne devote”, fedeli al marito e alla famiglia, pronte a difendere i boss mafiosi, a “donne d’onore”, parte organica dell’azione criminale, e per finire le “donne ribelli”.
Credo che capire questo sia fondamentale per riconoscere, prima di tutto a noi stessi, che non sempre ciò che crediamo di spere è corretto: mettere in discussione l’idea che le donne non siano attive o non abbiano a che fare, se non come vittime, con le organizzazioni mafiose, ci porta a questionare tutti quegli stereotipi su questo tema (di cui siamo stati invasi “per colpa” di film, serie TV, pubblicità…) e quindi anche l’idea che la mafia rispetti un codice d’onore.