Dormivo e già sognavo, quando spari improvvisi mi fecero trasalire: mi ritrovai seduta in mezzo al letto nella stanza buia e, prima ancora che io potessi invocarla, grida strazianti mi ferirono le orecchie e… il cuore. Era lei, la mamma, che aveva riconosciuto nei lamenti provenienti dalla strada, la voce di papà e gli chiedeva: “Cola, Cola, chi ti ficiru?'” “Mimì, mi spararu!” Com’era strana quella voce! A me non pareva la voce del mio papà, non poteva essere la sua voce. Era impietrita e confusa. Mi alzai e mi accostai allo spiraglio che qualche ora prima mi era stato complice in quella che mi era apparsa la “scoperta’”più importante della mia vita. Ammiccai, ma con difficoltà, perché i battiti del mio cuore scuotevano il mio corpicino di quattro anni.

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