Tra i vari video su YouTube che parlano delle infiltrazioni mafiose nelle realtà lavorative, ho scelto questo nel quale viene trattata la questione delle agromafie.
Nella sua brevità (la durata è di poco più di quattro minuti) il video affronta l’argomento sotto diversi aspetti.
Innanzi tutto viene spiegato che le agromafie sono organizzazioni criminali che traggono profitti illeciti infiltrandosi nei vari passaggi della filiera agro-alimentare: dal campo, al trasporto, dalla vendita nei mercati ortofrutticoli fino alle truffe legate ai fondi europei. Tutto questo determina un giro di affari miliardario che non solo alimenta le attività criminali, ma sottrae risorse e fatturato all’economia sana, danneggiando chi lavora nella legalità e in modo onesto.
Un altro aspetto rilevante delle agromafie è lo sfruttamento dei lavoratori, tra cui gli immigrati: sottopagati, molto spesso senza contratto e non di rado
esercitanti l’attività in condizione pressoché servile, con orari di lavoro estenuanti. Per conseguire il massimo del profitto, dunque, le organizzazioni criminali abbattono i costi produttivi azzerando i diritti dei lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno per ricattarli qualora non accettino le condizioni dell’ingaggio occupazionale. Ciò viene attuato con la pratica dell’intermediazione illegale di manodopera, cioè il fenomeno del caporalato.
Dunque le mafie non danno lavoro, perché non è lavoro quello in cui i diritti e la salvaguardia dei lavoratori vengono calpestati.
La conclusione del video, con l’esportazione a scegliere i prodotti dell’agricoltura di qualità, cioè quella che lega le produzioni ai territori e ne certifica la provenienza, dimostra che le agromafie si contrastano anche con il nostro comportamento di consumatori.

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