Mentre stavo cercando informazioni riguardanti il modo di comunicare delle mafie (soprattutto sui social), ho trovato su YouTube questo breve video che, avendomi incuriosito molto, mi ha spinto a fare maggiori ricerche. Dopo un po’ di tempo, sono riuscita anche a rintracciare un articolo di giornale che si collega direttamente ad esso.
L’argomento che viene trattato riguarda un’iniziativa proposta da Lia Staropoli, Presidente di “ConDivisa”, l’Associazione che si occupa di contrastare il consenso sociale in favore delle mafie promuovendo i valori etici che trasmettono gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e dell’Intelligence. È stata infatti formata una “Task Force” composta da Magistrati, Forze dell’Ordine, operatori nel campo della “Cyber Security”, giornalisti e psicologi, che ha il compito di monitorare costantemente gli spazi virtuali interessati dal fenomeno mafioso e di elaborare i criteri d’ individuazione del fenomeno e le proposte di legge in modo tale da neutralizzare il pericolo sui social, frequentati assiduamente da giovanissimi, talvolta indifesi.
Il problema dell’utilizzo dei social da parte dei giovani riguarda proprio il fatto che spesso non si rendono conto degli effetti che possono avere su di loro o sulla persona che pubblica i contenuti. Likes, commenti e condivisioni sono quegli strumenti che, se utilizzati, contribuiscono a fare la differenza.
Le organizzazioni criminali usufruiscono dei social per tentare di legittimare sé stesse e per cercare di delegittimare coloro che li contrastano realmente. Se ne servono inoltre per ottenere un consenso sociale, per cercare nuove adesioni, per lanciare messaggi intimidatori diretti e mirati (come abbiamo visto nel video di Antonio Russi) e per esibire il loro pieno controllo sul territorio che dominano.
Secondo me, guardare questo video è utile per imparare a conoscere “l’altra faccia della medaglia”, cioè i metodi con cui il nostro Paese sta cercando di contrastare il fenomeno mafioso che purtroppo con il passare degli anni sta cambiando e in un certo senso si sta anche evolvendo. È importantissimo essere consapevoli dell’esistenza della mafia e del modo in cui lavora, ma non dobbiamo limitarci a questo; penso infatti che sia altrettanto significativo il fatto di informarsi su come, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a combattere questo fenomeno da tempo dannoso per l’Italia.
Personalmente vorrei saperne di più.

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