Schermi in classe (o S.I.C.) è stato uno tra i miei progetti preferiti, anche se a volte un po noioso.
Dico noioso perchè alcuni argomenti, ma soprattutto l’inizio degli incontri, verso i primi due, odiavo questo progetto perché per me era come guardare il telegiornale quindi una noia a dir poco indescrivibile.
La mafia essendo un argomento complicato di cui ho sentito parlare molto poco, non mi ha fatto proprio amare i primi due incontri, ma tutti gli altri a partire dal terzo mi hanno molto colpito ed impressionato, per svariati motivi, ma soprattutto perché si facevano le ricerche, complicate, ma divertenti a loro volta e quando arrivava il giorno dell’esposizione l’ansia saliva e infatti non mi sono mai proposto per esporre le mie ricerche anche se alcune di loro avevano un grande potenziale.
La cosa nuova che ho scoperto, non è solo una, ma molteplici, ma quella che preferisco è la storia di Nicolino Grande Aracri di cui ho fatto un approfondimento per l’ultima ricerca.
Ho imparato come cosa secondaria a fare ricerche senza tante parole, ma con qualche parola chiave.
E come ultima cosa ho imparato a immaginare la mafia con all’interno anche donne e non solo uomini.
Questo progetto mi lascia un grande messaggio anche se per alcuni può essere un po stupido: “La mafia non risolve i tuoi problemi, te ne crea soltanto altri tra cui ci può essere anche la morte”.
Invece la cosa che vorrei approfondire sono le domande che abbiamo fatto proprio i primi due incontri, cioè:
Perché è nata la mafia;
La mafia può essere sconfitta (abbiamo già risposto in parte);
Ma la più importante è stata: “Muoiono più persone all’interno della mafia o all’esterno della mafia?”.