Il termine mafia deriva dall’arabo mafias e fu usato per la prima volta nel 1658.
La mafia si sviluppa in Sicilia dopo la caduta del sistema feudale nel 1812. Tanti uomini della media borghesia si organizzarono in bande per il controllo del territorio. Ci fu un coordinamento tra le cosche. Il governo centrale sottovalutò il potere di queste persone e addirittura i mafiosi riuscirono ad entrare anche tra le cariche dello stato. Mussolini, il dittatore, cerco di bloccare la mafia, ma molti mafiosi si rifugiarono in America dove crearono l’unione siciliana chiamata “COSA NOSTRA”. In seguito, la mafia da rurale diventò urbana traendo più soldi e ottenendo appalti sulle costruzioni. I mafiosi si presentavano come protettori di chi eseguiva i mafiosi. Questi soldi venivano chiamati TANGENTI.
I mafiosi ottenevano i finanziamenti pubblici più vantaggiosi. Negli anni si crearono legami tra mafiosi e partiti politici.
La mafia esercitava contrabbando di armi e traffico di stupefacenti (droghe).
Cercava collaboratori tra le cariche alte e combatteva e uccideva chi ostacolava la mafia. Nel 1962 fu istituita la prima commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia in Sicilia che però non diede buoni risultati. Nel 1983 nacque la nuova commissione anti-mafia che è tutt’ora in funzione. Nel 1986 ci fu il MAX PROCESSO fatto dal giudice Giovanni Falcone. Nel frattempo la mafia attaccò violentemente le cariche dello Stato e tutti coloro che ostacolavano le alleanze politiche e mafiose. Nel 1991 fu istituita una direzione investigativa anti-mafia: LA D.I.A. è una direzione nazionale anti mafia. Ci furono tanti pentiti mafiosi o collaboratori di giustizia che permisero agli investigatori di entrare all’interno dell’organizzazione di COSA NOSTRA e capire meglio come funziona la mafia.

“La mafia è un fenomeno umano,
e come tutti i fenomeni umani,
ha un principio, una sua evoluzione
e avrà quindi anche una fine”.
Giovanni Falcone

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