Digitando ‘’mafia’’, ‘’storie’’, ‘’vittime’’, ho scelto la storia di un giornalista che non conoscevo e che mi ha molto colpita: Peppino Impastato, un militante politico, che il 9 maggio del 1978, all’età di 30 anni, venne ucciso dalla mafia per le sue denunce pubbliche contro essa, nonostante fosse figlio di un affiliato.
Pensavo di aver scoperto qualcosa di interessante e originale, ma ho scoperto che tanti conoscono la sua storia, quindi potrà sembrare anche banale pubblicare un video che parli di una storia nota a tutti. Per me, però, è importante scrivere le mie riflessioni anche se tutti sanno che Peppino fu assassinato la notte del 9 maggio, tramortito con un grosso sasso e si tentò di far passare il tutto per un suicidio, mettendo una carica di tritolo sotto il suo corpo appoggiato sui binari.
Peppino è morto, ma la sua storia mi fa riflettere sul fatto che la mafia è capace di tutto, di commettere omicidi di una crudeltà agghiacciante, nascondere le atrocità che compie, infatti i casi irrisolti hanno toccato il 40% degli omicidi.
Anche se si conosce la sua storia, riascoltarla può ricordare che non c’è onore dove c’è una mano che uccide.
Le mafie rispettano un codice d’onore?