Albergatori atipici, concorrenti insuperabili per gli albergatori romagnoli, che si vedeno i clienti portati via da camere di hotel a 4 stelle vendute ai prezzi dei loro alberghi meno lussuosi. Arrivano da altre parti, non sono del posto, investono soldi sporchi e comprano in nero anche 4,5 proprietà e offrono prezzi stracciati, conquistando masse di turisti.
Sono descritti dagli altri albergatori come ricchi, possessori di macchine costose anche se lavorano da poco. Fanno capo a associazioni situate nel Sud Italia che vengono indagate nel video. Prezzi stracciati, pubblicizzati bene, guadagnano in poco e spariscono, comportando una grossa perdita per gli altri alberghatori con costi onesti.
Spesso non pagano l’affito, o i lavoratori e i fornitori cge preferibilmente pagano in nero, magari con denaro sporco, fanno riciclaggio.
Sono detti alberghi di mafia, affittati o comprati in nero da venditori che non ci fanno caso. Questo modello di mafia è usato ancge in altri contesti turistici come a Marbella in Spagna.
È stato chiesto alla guardia di finanza e alla Provincia di effettuare controlli su quegli hotel dalle gestioni “poco limpide”, alberghi che praticano prezzi troppo bassi. E sono proprio queste misere tariffe (si arriva anche a camere a 15 euro con pensione completa) che si configurano come un chiaro sintomo di infiltrazione mafiosa.
Il pesidente Vitali propose al tempo un prezzo minimo e l’eliminazione di quello massimo, proposta che fu ben accolta. Si chiama pratica del dumping, la svendita a basso costo, pericolosa perché crea concorrenza impossibile soprattutto se i soldi vengono poi investiti dagli albergatori fuori dalla provincia.
Il documentario è di Michela Monte, prodotto per il progetto Stop Blanqueo, inchiesta giornalistica indipendente per riflettere su metodi e strumenti utili al contrasto alla criminalità organizzata in ambito economico. L’iniziativa per contrastare il riciclaggio (blanqueo in spagnolo) è stata realizzata all’interno del progetto europeo Dipafec.
Il progetto vuole mappare la percezione della criminalità organizzata nel settore alberghiero e ottenere dati sul riciclaggio di denaro. E’ stato infatti proposto da Patrizia De Rinaldis, presidente di Aia, di informare e sensibilizzare i proprietari degli immobili turistici e di accogliere nelle sedi provinciali di Aia delle urne, in cui gli albergatori possono depositare questionari anonimi, nei quali raccontare le pressioni eventualmente subite.
Il tema del denaro sporco è strettamente legato a quello dei paradisi fiscali (Rimini è a pochi km da San Marino) e al segreto bancario. Secondo le opinioni diffuse a livello europeo dovrebbe venire meno il principio del segreto bancario per far si che si affermi un automatismo nello scambio d’informazioni.
A Rimini alcuni propongono, come nella provincia di Modena, una carta etica delle professioni intellettuali. Un documento che prevede al suo primo articolo di rifiutare “ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare qualsiasi forma di controllo e vessazione”. Iniziativa che però rischia di non essere supportata da un’educazione alla legalità collettiva.

Il documentario si trova su YouTube e l’ho trovato scrivendo le parole: riciclaggio denaro Rimini.

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