Questo video parla della 17enne Graziella Campagna che il 12 dicembre 1985 si trovava a lavoro, in una lavanderia a Villafranca Tirrena, dove faceva la stiratrice.
Graziella viene uccisa perché trova involontariamente un documento, un’agendina, dell’ingegnere Cannata, nella tasca della camicia da lui lasciata in lavanderia. Scopre che l’ingegnere Tony Cannata non è chi si spaccia di essere. Il signor Cannata infatti è un boss latitante: Gerlando Alberti jr., nipote di Geraldo Alberti Sr., boss della mafia siciliana. Quella non è una semplice agendina, ma una raccolta di nomi e contatti telefonici arrivata nelle mani sbagliate. Mani come quelle di Graziella, che ha l’unica colpa di averla trovata e quella di avere un fratello, Pietro Campagna, carabiniere, cosa che ai due latitanti destava molto terrore (perchè temevano che la loro “libertà” potesse essere messa in discussione).
E’ importante ricordarsi di lei quando si sente dire che la mafia di un tempo aveva codici d’onore, regole, non uccideva le donne, non uccideva i bambini.
Ma non è cosi, si vuole solo far credere questo perchè la mafia uccide senza guardare in faccia nessuno.