Il video allegato, mostra un piccolo spezzone del videogioco “Ghost Trick: Detective Fantasma” uscito per il Nintendo Ds intorno al 2012 in tutt’Europa.

Ciò che viene mostrato in una prima scena, è la presenza di un uomo ormai senza vita nel mezzo di una discarica abbandonata, accompagnato dalla presenza di una giovane donna e di un uomo armato in giacca e cravatta. Il tutto viene presentato come una scena teatrale attraverso un gioco di luci provenienti probabilmente da dei fari. Successivamente, in una seconda scena è possibile notare il triste destino che la giovane ragazza è obbligata ad incontrare, morendo sul colpo inferto dall’arma dell’uomo in giacca e cravatta. La scena, infine, si sposta nelle zone inferiori della discarica abbandonata, più precisamente in una cabina telefonica in cui il telefono al suo interno inizia a squillare successivamente il fatto accaduto. L’uomo in giacca e cravatta risponde, spiegando come “la missione sia stata compiuta” e, dopo un inchino in segno di saluto verso l’uomo e la giovane donna senza vita, scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia.

Quando ho visto per la prima volta questa scena da piccolo, mi è sempre rimasta estremamente impressa per l’azione avvenuta, portandomi successivamente ad uno studio più approfondito riguardo ai possibili collegamenti con quello che avviene nel nostro mondo.

Il risultato che viene prodotto dalla rappresentazione di questa scena nel mondo dei videogiochi, è secondo me legato ad un ricollegamento al metodo in cui l’immaginario umano del mondo moderno, venga rimodellato a modo suo, creando così una dimensione nella quale la mentalità collettiva sia abituata a vedere un uomo, vestito in giacca e cravatta, il quale possiede un fucile a pompa dorato, con una metodologia di dialogo molto confidenziale, seppur i due personaggi non si conoscano minimamente (Il termine “Sister” infatti, viene tradotto nella versione italiana del gioco con il termine “Piccola”), il tutto accompagnato dal gesto finale dell’inchino, probabilmente riconducibile ad un saluto o ad un segno di “rispetto” nei confronti delle vittime.
Altro punto fondamentale sta nella rappresentazione del “Lavoro pulito”, dove il carnefice, una volta completato il suo incarico, avvisa probabilmente un suo superiore del suo risultato, abbandonando poi il posto senza lasciare alcuna traccia.
Il modo in cui questo video risponde alla domanda, l’ho ricollegato appunto alla telefonata effettuata al superiore dell’uomo in giacca e cravatta, che rappresenta come non solo la mafia comunichi, ma anche come il loro metodo di comunicazione si basi anche in posti comuni, come una cabina telefonica pubblica e non solo attraverso metodi di comunicazione nascosti al pubblico.

Il sito in particolare che ho utilizzato nel ricercare questa scena del videogioco è la piattaforma di Youtube, dove ho ricercato ciò di cui mi ricordavo dalla mia infanzia, ho preso il video e l’ho editato in modo da poter mostrare la parte fondamentale, aggiungendo nella descrizione di quest’ultimo tutte le fonti da cui ho recuperato il video stesso.
Nel rivedere questa scena, sono riuscito a comprendere come il tema della mafia e del suo impatto sul mondo in cui viviamo, sia analizzato da qualsiasi punto di vista, che sia legato al mondo videoludico, o anche al mondo della televisione, ricollegandosi per esempio a film, serie tv o anche semplici pubblicità, il tutto seguendo uno schema di stereotipi che viene ripreso ed evidenziato sotto diversi punti di vista.

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