L’articolo allegato parla del ruolo che ha la donna nella famiglia mafiosa. La giornalista spiega di come la donna nella famiglia mafiosa è volutamente invisibile, alle donne è stata negata un’identità autonoma essendo etichettate come le sorelle, figlie o mogli di boss mafiosi o mafiosi ma è un’etichetta legata unicamente a una figura di un uomo ma in realtà rappresenta la forza e l’indipendenza perché la presenza di una donna è indispensabile per il mantenimento e le conoscenze dei figli. Parlare di donne in ambito mafioso ha sempre portato a pensare a donne vulnerabili o ribelli, ma mai complici perché secondo Leonardo Messina ( cioè mafioso e collaboratore di giustizia italiano, ha contribuito all’arresto di 200 mafiosi collaborando con Borsellino ) le donne sono semplicemente delle spettatrici, portatrici di un segreto di cui non possono parlare. Assistono alle riunioni ma non possono proferire parola a riguardo. Alla madre infatti è conferito il compito di educare i figli con i valori mafiosi della famiglia. E’ presente una differenza importante tra educazione femminile e maschile. I ragazzi vengono educati in modo che possano diventare dei mafiosi quindi i figli maschi vengono amati nella stessa misura in cui dimostrano di soddisfare le aspettative mafiose della famiglia. Le figlie femmine vengono educate a essere “sottomesse” alla figura maschile. Ascoltare e dare ragione in tutto e per tutto l’uomo. Un elemento su cui riflettere è l’importanza della rottura del consenso, quindi la decisione di collaborare perché in base a quella scelta potrebbe succedere qualsiasi cosa.
Le mafie rispettano un codice d’onore?