Volendo saperne di più riguardo al fenomeno del caporalato ho inserito nella barra per la ricerca di Youtube le parole ‘caporalato’, ‘Italia’, ‘sfruttamento’ e, mentre guardavo i risultati, sono stato attratto da un servizio di TG2000 in cui viene descritto accuratamente questo problema.
Il caporalato è un fenomeno, spesso controllato da famiglie mafiose, che colpisce tutta Italia e riguarda lo sfruttamento di lavoratori irregolari, molti dei quali immigrati, i quali sono costretti a lavorare per molte ore, anche dodici, in cambio di uno stipendio minimo, meno di quattro euro orari.
Nonostante i tentativi fatti dallo stato per arginare il fenomeno, come la legge n.199/2016, questo è in costante aumento ed oggi si stima che fatturi circa cinque miliardi di euro l’anno, oltre a poter contare su una forza lavoro di oltre quattrocentotrentamila impiegati.
A differenza delle credenze di alcuni, per cui il caporalato è un problema unicamente del Meridione, questo è diffuso in tutta Italia, si crede siano trentamila le aziende a usufruirne; ciò che varia tra nord e sud però è il modo in cui il fenomeno si manifesta.
Nel Mezzogiorno, nel quale la problematica è più presente, il sessanta per cento del totale nazionale, il caporalato si presenta sotto forma di centri per l’impiego e di bus navetta; nel Settentrione, in cui il fenomeno è in forte crescita, invece si manifesta come false imprese, le quali esteriormente sembrano aziende agroalimentari comuni.
In conclusione il caporalato è un problema che molte volte si tende erroneamente a sottovalutare, talvolta a ignorare perché ‘lontano dalla vita quotidiana’, ma che meriterebbe di essere al centro della discussione pubblica poiché combattere il caporalato vuole anche dire battersi a favore dei diritti umani, i quali sono alla base della società moderna oltre che essere imprescindibili per ogni uomo.