Amalia De Simone voleva diventare una giornalista per indagare sui crimini ambientali che devastano il territorio; capì che questo mestiere apre le porte a diversi campi di indagine come, ad esempio, quello mafioso. Ha incrociato sul suo percorso Enzo Tosti, un attivista ambientale, con il quale ha iniziato una collaborazione per fermare l’inquinamento mafioso.
Nel video lui ci racconta la storia di un sito che fu chiuso perché il proprietario mischiava fanghi pericolosi al compost puzzolente e per questo non fu più utilizzato alla fine del 2008, poiché non c’era nessuna prevenzione dato che la gente gettava lì di tutto.
La giornalista, invece, ci aiuta a comprendere che è evidente che ci siano dei soggetti economici che lavorano con le pubbliche amministrazioni e che diventano punti di riferimento per le mafie che vogliono usarli per i loro loschi affari, un legame molto forte che spesso diventa difficile da dimostrare.
Ciò che si potrebbe fare è denunciare, ma non è molto semplice perchè, una delle armi a disposizione sono le querele che devono essere supportate dalle prove. Stimo chi si impegna e lotta per portare a galla i crimini e le atrocità che vengono commessi da soggetti che violano la legge e distruggono il Paese e le vite delle persone. Spero di riuscire nel mio piccolo a coltivare questo senso di giustizia e diventare una ragazza che fa la differenza,
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