La mafia più potente in Piemonte è la ‘ndrangheta, che è presente fin dagli anni ‘60. Principalmente si concentrava nel settore edilizio, spostando poi i suoi interessi anche sulla prostituzione, sul traffico di droga e di armi e sull’estorsione. In quel periodo sono famiglie come i Lo Presti e i Mazzaferro a comandare nella provincia di Torino, specialmente a Bardonecchia e nel resto della Val di Susa. Il caso di Bardonecchia è uno abbastanza conosciuto, essendo stato il primo comune del Nord Italia ad essere sciolto per mafia. Questo succede nel 1995, stesso anno dell’arresto di Rocco Lo Presti, storico boss di Bardonecchia. Altri comuni in provincia di Torino che sono stati sciolti per mafia sono Leinì e Rivarolo Canavese. Data la forte presenza della mafia, nella provincia di Torino sono molti i beni che sono stati confiscati all’organizzazione: tra i 106 beni immobili solo 15 vengono riutilizzati socialmente. Un esempio è la Casa dei Diritti a Nichelino, che viene usata per ospitare le associazioni che si occupano di far rispettare i diritti delle persone in situazioni di discriminazione. Un altro caso è quello di Via Matteotti a Coazze, dove l’immobile sequestrato viene utilizzato come alloggio per persone in difficoltà, specialmente per le donne vittime di violenza di genere.
Il link allegato è del sito di Libera Piemonte, e da lì si possono vedere i vari beni confiscati alla mafia.