Il processo “Aemilia”, iniziato nel 2015, è la dimostrazione della presenza delle mafie italiane e straniere in Emilia Romagna. È stato il più grande maxiprocesso per mafia nel nord Italia e ha portato all’arresto di 240 persone. La cosca mafiosa più radicata sul territorio è l’ ‘ndrangheta, che opera principalmente nel gioco d’azzardo, per esempio il poker online o le bische clandestine. Un altro settore dominante è l’edilizia, in cui opera attraverso il credito a imprenditori in difficoltà o gli appalti truccati. Anche l’acquisto di attività per riciclare denaro sporco è una pratica molto diffusa nella nostra regione. Si tratta di infiltrazioni che portano quindi grande profitto alle cosche, senza il ricorso a episodi omicidiari e più difficili da contrastare. Aemilia ha anche rilevato la collaborazione con mafie straniere, soprattutto cinese, in particolare nel modenese e nel reggiano. In particolare riguarda la contraffazione e lo sfruttamento dei lavoratori, oltre che prostituzione e gioco d’azzardo. La criminalità nord-africana invece si occupa prevalentemente di traffico di droga e immigrazione clandestina.

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