Riflettendo sulla mafia e su come comunicano, anche a noi adolescenti, mi sono subito venute in mente serie TV e film, in particolare una delle mie serie preferite: “Mare fuori”, la serie Rai ambientata in un carcere minorile.
Ho cercato quindi quali personaggi raffiguravano gli stereotipi tipici mafiosi, come ad esempio l’attaccatura, tante volte molto intensa, alla fede cristiana o il forte predominio di un ragazzo sul resto del gruppo.
Il personaggio che più si rispecchia in questi steriotipismi è Ciro, un detenuto del carcere minorile di Napoli appartenente ai Ricci, una famiglia mafiosa molto potente nella zona di Napoli.
All’interno dell’Istituto, vista la sua famiglia di provenienza, viene considerato come il capo, il boss, a cui tutti devono portare rispetto ed eseguire i suoi ordini.
Il video che ho trovato, raffigura la scena in cui quattro detenuti, i più fidati di Ciro, entrano di nascosto nel cimitero per onorare il loro capo, ucciso in precedenza all’interno del carcere.
Nel video possiamo notare quanto i ragazzi continuano a rimanere fedeli a Ciro, tatuandosi persino il suo nome, con affianco una corona, sulle dita delle mani.
Penso che questa sia una comunicazione molto importante per tutti, ovvero che le mafie sono più vicine a noi adolescenti di quanto pensiamo.
I protagonisti di questa serie infatti non sono neanche maggiorenni, potrebbero tranquillamente essere nostri compagni di classe.
Eppure si trovano già all’interno di contesti poco consoni alla loro età, la maggior parte obbligatoriamente, giocando con la loro vita rovinandola e, come nel caso di Ciro, perdendola.

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