Partendo dalle parole chiave mafie, giornalista, conoscenza ho potuto visualizzare una serie di video e tra i tanti ho scelto questa intervista ad Antonio Nicaso, giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni criminali di tipo mafioso, considerato uno dei maggior esperti di criminalità organizzata a livello internazionale, perché è proprio grazie a lui che ho “conosciuto” la mafia.
I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono degli eroi! Sì, ma perché? E il famigerato Totò Riina, chi è? Un mostro a tre teste? E la mafia? Che cos’è la mafia? Si può vedere? Si può toccare? Erano queste le domande che mi frullavano per la testa quando, fino a qualche anno fa, sentivo parlare in TV di fatti riguardanti la criminalità organizzata. Ci riflettevo un po’ su, ma poi, considerandola una cosa lontana da me lasciavo perdere. “In fondo – mi dicevo – se è davvero così pericolosa basta starne alla larga per essere al sicuro. La Sicilia sarà anche tra le regioni più belle d’Italia, ma per evitare pericoli è meglio non andare e guardarla in cartolina”. Poi ho letto il libro La mafia spiegata ai ragazzi, scritto da Antonio Nicaso. E’ così che la mafia ha destato il mio interesse; è in questo momento che è nata in me la necessità di conoscere, per poter capire, una realtà che ho scoperto non essere poi così lantana da me. La conoscenza, come dice Nicaso durante l’intervista citando il suo libro, è infatti l’arma più potente per combattere la mafia perché essa cresce nel silenzio e nell’indifferenza e conoscerla aiuta a combatterla, “l’ignoranza invece aiuta i mafiosi, li arricchisce e li moltiplica”. La mafia non ha valori positivi come tenta di farci credere; volendo imporre la propria volontà “crea disordine per garantire ordine”, procura voti ai politici, che poi controlla e guida creando “un governo più forte del governo”. I mafiosi si fanno chiamare uomini d’onore, si mostrano audaci, capaci di farsi rispettare e soprattutto di saper tacere. Ma “quale onore può avere un uomo capace di sciogliere un bambino nell’acido”.
La mafia non va mitizzata, va combattuta e per sconfiggerla c’è bisogno del contributo di tutti, soprattutto di noi giovani che abbiamo il diritto e il dovere di impegnarci a combattere e a cambiare il modello di società mafiosa con la conoscenza e con lo studio che, come già detto, sono le armi più efficaci contro le mafie. Non dobbiamo mai piegare la testa, ma essere capaci di affrontare la vita nel modo giusto. Non dobbiamo mai nasconderci dietro l’indifferenza, in quanto è il terreno più fertile di cui la prevaricazione e la prepotenza si nutrono.
“Non bisogna perdere la speranza – ci ricorda spesso Don Luigi Ciotti – Si possono strappare tutti i fiori, ma non si può impedire che la primavera ritorni”.
E’ questo quello a cui voglio e devo credere.
Grazie ad autori come Nicaso sono più consapevole, so che cos’è la mafia, so che è un cancro in grado di colpirci in ogni momento, ma ho anche la speranza, anzi la convinzione che anch’io, nel mio piccolo, posso fare qualcosa per contrastarla, anche io sono uno dei quei piccoli fili d’erba che permetteranno alla primavera di tornare.