L’anno scorso a scuola ho visto il film:” La mafia uccide solo d’estate” ed ho deciso di parlarne.
Questo film è ambientato a Palermo tra gli anni settanta e novanta e racconta attraverso gli occhi del protagonista, Arturo Giammarresi, le stragi compiute nella sua città dalla criminalità organizzata di Cosa Nostra.
Il film inizia con Arturo che ci parla della sua infanzia e di tutte le volte che si è ritrovato da bambino ad aver a che fare con personaggi legati alla mafia.
Crescendo, Arturo capisce di voler diventare un giornalista ed un uomo sempre più consapevole della realtà che lo circonda.
Tuttavia, quando prova a far presente alle persone e alla famiglia, la tragica situazione che affligge Palermo, viene sempre ignorato.
Con l’aiuto di Flora, la ragazza di cui è innamorato sin da piccolo, Arturo riuscirà a sviluppare la sua coscienza civile, scendendo nella piazza del suo paese con tanti suoi concittadini desiderosi di impegnarsi per una città e una società migliore.
Questo film mi ha fatto capire che la mafia comunica e che anzi sa farlo anche molto bene.
Che la mafia significa potere, in grado di seminare paura a tal punto che le persone preferiscono chiudersi in un silenzio omertoso, per non avere ripercussioni e conseguenze.
Il film fa capire anche che il mafioso vive nella ricchezza ed è circondato da abiti e gioielli di lusso.

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