Le mafie comunicano con noi direttamente? Come?
Digitando le parole chiave “mafia”, “comunicazione” e “social” ho trovato su internet un articolo su Emanuele Sibillo. Sibillo era legato al clan Contini e quindi all’Alleanza di Secondigliano, era a capo di un sottogruppo camorristico, la “paranza dei bambini”, che si contendeva a suon di pallottole il predominio tra i vicoli del centro storico coi Buonerba, che invece sono legati al clan Mazzarella. Il 2 luglio 2015, durate uno dei vari raid contro i Buonerba, venne colpito alla schiena e poco dopo morì in ospedale. Nell’articolo che ho trovato si spiega come questo ragazzo dal quale noi giovani non dobbiamo prendere esempio sia diventato per molti una figura da seguire. Attraverso il suo profilo social si vuole far conoscere una parte della sua storia, idealizzarlo come una brava persona, e far sì che i ragazzi lo difendano e lo imitino.
Resto sconcertata che molte persone sostengano questi boss prendendo anche esempio da loro o costruendo piccoli altari in loro ricordo e educando già da piccoli i bambini ad intraprendere la strada mafiosa.