L’articolo di giornale che ho allegato riguarda l’attentato che vide, la notte del 18 Maggio 2016, Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, vittima ma di cui ne uscì, grazie alla sua scorta, fortunatamente illeso. I mafiosi hanno compiuto questo attentato perché temevano di perdere il controllo che avevano sui Nebrodi, in seguito alla “Task force”, guidata dalla Polizia di Stato e effettuata pochi mesi prima.
Grazie a quest’operazione furono sequestrati sette fucili, circa 400 cartucce; vennero anche denunciati 5 possessori di armi e munizioni abusive, e diversi allevatori per macellazione clandestina, maltrattamento di animali, esercizio abusivo della professione veterinaria e somministrazione agli animali di farmaci scaduti o guasti.
A più di 6 anni da questo attentato, Giuseppe Antoci continua a ricevere delle minacce di morte destinate a lui e alla sua famiglia ma, nonostante questi accaduti, egli continua ancora oggi a sostenere, fiancheggiato da alcuni sindaci, attivisti e gli uomini della sua scorta, la lotta contro la mafia dei pascoli che da tempo è in possesso di questa zona.

Ho effettuato la mia ricerca su ciò in quanto avevo sentito parlare nel passato di questo attentato e mi sono voluto informare meglio.

Ciò che mi rimarrà maggiormente impresso è il coraggio che ha avuto Giuseppe Antoci nel non sottrarsi a queste intimidazioni mafiose, ma di continuare a lottare contro quest’ingiustizia per togliere alla mafia una delle bellezze naturali della Sicilia, i monti Nebrodi.

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