ROMA. 1 NOVEMBRE 2013. ARRESTATI 51 BOSS MAFIOSI AD OSTIA.
Il giornalismo di inchiesta dà voce a due agenti di polizia che vengono intervistati a viso aperto per raccontare l’incontro “diretto” con dei boss mafiosi che trafficavano nella città di Roma e il loro instancabile impegno di anni di lavoro che viene sabotato all’improvviso.
Gaetano Pascale e Pietro Fierro erano arrivati a conclusioni schiaccianti, dieci anni prima che la squadra mobile di Roma arrestasse 51 boss a Ostia, legati alle famiglie Triassi e Fasciani.
Avevano seguito una pista tracciata da Falcone. Promossi di livello, erano stati spostati in aree segrete importanti per intercettare chiamate, con lo sforzo di lavorare di notte per non essere visti. Improvvisamente, però, vengono interrotti, fermati e licenziati.
In questo servizio sono proprio loro a raccontare il “dietro le quinte” delle inchieste e di come siano stati ostacolati e le loro indagini intralciate.
Partendo da un semplice video, di soli 9 minuti ma ricchi di lavoro e di vita di questi due servitori dello Stato, si può riflettere su che cosa può accadere non ai mafiosi, ma a chi si impegna per la giustizia, capire la ”pericolosità” di come la mafia agisce e comunica, addirittura all’interno delle forze di polizia che dovrebbero proteggere i cittadini.
In questo racconto capiamo, invece, come a volte siano messe in “cattive acque”, come si suol dire, le persone che combattono la Mafia.
Ho scelto questo video perché mi ha sorpreso scoprire come il sacrificio di tanto lavoro sia stato “saltato per aria” e di come, dopo così tanto tempo, solo una piccola parte di quelle azioni criminali sia stata scoperta.
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