La cosiddetta mafia dei pascoli, in questo caso in Abruzzo, vedrebbe grandi aziende di fuori regione occupare vaste aree di terreni con il solo scopo di accedere ai fondi europei, pur senza garantire l’effettiva attività di pascolo degli animali. Si parla di un fenomeno che sta già distruggendo il patrimonio zootecnico nazionale e che potrebbe compromettere ulteriormente la produzione di carne e di latte.
Proprio così, ogni anno, nel nostro Paese finiscono sul mercato 12 milioni di quintali di latte di provenienza sconosciuta ma spacciato come prodotto da mucche tricolore.
Cercando su YouTube le parole “mafie” e “Abruzzo”, ho trovato il caso di Emiliano Palmieri, allevatore 28enne originario di Ofena e residente a Castel del Monte, in provincia dell’Aquila, che la notte tra il 19 e il 20 aprile scorsi era stato ritrovato in un uliveto di sua proprietà con una profonda ferita alla testa causata da una pistola di quelle utilizzate nei mattatoi. Inoltre, dopo la sua aggressione, erano stati avvelenati due dei suoi cavalli. Sempre più concreta è dunque l’ipotesi mafia dei pascoli, dal momento in cui Palmieri avesse fatto il nome del suo presunto aggressore.

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