L’Abruzzo resta un territorio mirabile per i clan della camorra napoletana.
Loro riciclano il loro denaro e riforniscono i quantitativi di droga. C’e presents di mafia straniera soprattutto cominciando dai gruppi slavo-albanesi, dai sodalizi sudamericani e, nel teramano, dai gruppi nigeriani affiliati al temibile clan criminale degli Eiye.
Loro sono arrive soprattutto nel settore degli appalti e nel riciclaggio; nei clan camorristici e della ‘Ndrangheta nel supercarcere capoluogo viene citato l’arresto di un agente di polizia penitenziaria che agevolava, in cambio di somme di denaro, lo scambio di messaggi tra un boss della Camorra e gli affiliati del suo clan fuori dal carcere.
La presenza delle mafie in Abruzzo è persino superiore alle dimensioni che emergono dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.
La mafia dei pascoli ad esempio ha acclarato la presenza della mafia messinese sui terreni di oltre dieci comuni abruzzesi per la truffa dei fondi europei. Così come non possiamo dimenticare né le indagini recentissime condotte dalla DIA aquilana che hanno portato al sequestro di due milioni e mezzo di euro ad un imprenditore aquilano né quelle della DIA di Napoli che ha sequestrato fabbricati e terreni a Castel di Sangro.
Nella provincia dell’Aquila sia già da tempo terreno di interesse per le mafie, nel corso di un’operazione contro il clan di Secondigliano operante anche in Valle Peligna, nel 2017 veniva sequestrato un immobile a Pacentro e la quota societaria di una immobiliare con sede in Villalago.

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