Noha, un paese frazione di Galatina, porta la nomina di essere la casa dei mafiosi e della criminalità.
Testate giornalistiche locali piene della presenza di questo cognome, che da anni girovaga tra le bocche e le orecchie dei cittadini del Salento: atti di corruzione, gestione delle società di calci, villette con la puzza sotto il naso..
Le mani del clan Coluccia sugli affari dell’entroterra salentino. Usura, “pizzo” imposto ai commercianti con modalità violenta e, in alcuni casi, persino “scambi” in politica durante le elezioni con metodi mafiosi. Nomi “eccellenti” della malavita locale sono stati coinvolti nel blitz scattato all’alba di oggi: in undici sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari e tre sono indagati in stato di libertà perché ritenuti vicini a un’associazione di tipo mafiosa.
Si tratta di: Michele Coluccia, 63enne di Noha, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel proprio comune; Antonio Coluccia, 65enne di Noha; Pasquale Anthoni Coluccia, 50enne di Noha; Antonio Bianco detto “Stella” o “Biondo”, 49enne di Aradeo ma domiciliato a Neviano; Marco Calò, detto “Uzzaru”, 47enne di Aradeo; Vitangelo Campeggio conosciuto come “Diego”, 49enne residente a Lecce; Gerardo Dino Coluccia, 49enne di Noha; Silvio Coluccia, 51enne di Aradeo; Luigi Di Gesù, detto “Pica”, 51enne di Cutrofiano; Ali Farhangi, 60enne di origini iraniane e residente a Giorgilorio di Surbo; Nicola Giangreco, 53enne di Aradeo; Antonio Megha, 61enne di Neviano; Renato Puce, 44enne di Corigliano d’Otranto; Cosimo Tarantini, 55enne di Neviano e, infine, Sergio Taurino, 56enne di Lecce.
Capi della “Sacra Corona Unita” sono i due fratelli Michele e Antonio Coluccia, secondo cui la ricostruzione degli inquirenti, oltre allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni e usura, l’organizzazione, sotto la regia di Antonio Coluccia, avrebbe svolto anche attività apparentemente legali legate alla fornitura di energia elettrica e del gas nel mercato libero, alla stipula di polizze assicurative e al settore delle scuola-guida e delle aste giudiziarie.
Aperto contro di loro il Processo che li vede condannati a 18 anni per il primo, 16 per il secondo.
L’operazione “offside” condotta dalla polizia ha portato all’arresto di Luciano (ai domiciliari) e Danilo Pasquale Coluccia, padre e figlio di 69 e 38 anni, appartenenti al noto clan di Noha (costola storica della sacra corona unita) che sin dagli anni ’70 è un preciso punto di riferimento della malavita locale. A vario titolo, altri sette sono i soggetti indagati piede libero: tra di loro due dirigenti (uno di loro con trascorsi in molte “piazze” locali, tra le quali anche Casarano), un presidente, un calciatore, un allenatore e un imprenditore (originari di Maglie, Nardò, Tuglie, Torchiarolo e Copertino).Il clan riusciva ad accordarsi, in un modo o nell’altro, con gli avversari per comprare le partite o per convincere gli avversari che sarebbe stato meglio desistere, ovvero tirare indietro la gamba.
Inoltre, nelle intercettazioni, i capi del sodalizio si dicevano pronti a far saltare in aria il Comune di Galatina, per problemi legati alla gestione dello stadio, così come amavano definirsi “come quelli di Casal di Principe”, in grado cioè, così come la mafia del paese campano, di condizionare la vita sociale.
Il blitz dei carabinieri, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, è scattato nei territori di Galatina, Aradeo, Neviano, Cutrofiano e Corigliano d’Otranto. Anche un ex sindaco salentino tra gli indagati in manette. Scoperto giro di usura, estorsioni e spaccio di stupefacenti; L’attività di indagine, condotta dalla primavera del 2019 sino all’inizio del 2021 dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Lecce, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Le risultanze investigative hanno portato all’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Lecce, Sergio Tosi, nei confronti dei 15 indagati.
L’esecuzione del provvedimento ha visto impegnati dalle prime luci del giorno oltre 120 militari dei vari reparti del comando provinciale di Lecce, con la collaborazione dello squadrone eliportato Cacciatori “Puglia”, le unità antidroga e antiesplosivo del Nucleo carabinieri cinofili di Modugno, supportate dall’alto da un velivolo del sesto Nucleo elicotteri carabinieri di Bari.